L’età pensionabile nel 2018

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dal sito PensioniOggi.it

L’età pensionabile indica i requisiti anagrafici e contributivi che consentono ad un soggetto di ottenere un trattamento a carico di un ente previdenziale, pubblico o privato. Nonostante la Riforma Fornero del 2011 l’età per il collocamento a riposo risulta ancora estremamente variabile in quanto legata a doppio filo con il tipo di lavoro svolto dall’assicurato.

Per alcuni lavori l’ordinamento riconosce, infatti, la possibilità di accedere prima alla pensione (anche mediante la concessione di alcuni “abbuoni” contributivi ovvero specifiche maggiorazioni convenzionali dei contributi), mentre per altri l’età risulta piu’ elevata. Una ulteriore differenza si ha anche a seconda se il lavoratore si trova nel sistema contributivo o in quello retributivo (o per meglio dire “misto”) dato che il primo, erogando una prestazione legata ai contributi versati, consente prestazioni piu’ flessibili rispetto a chi è nel secondo sistema. Il passaggio dal sistema misto al contributivo, previsto in passato dalla Legge Dini, è divenuto ormai quasi impossibile, ad eccezione della cd. opzione donna, dopo una serie di vincoli imposti dal Legislatore negli ultimi anni.

Le Regole vigenti nel 2018

Nella previdenza obbligatoria pubblica (cioè quella gestita dall’Inps) i requisiti per il collocamento a riposo, dopo il 2011, sono determinati prevalentemente da due prestazioni pensionistiche: la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata. Nella pensione di vecchiaia l’ordinamento chiede al lavoratore di raggiungere un determinato requisito anagrafico accompagnato, di regola, dal perfezionamento di almeno 20 anni di contributi. Nella pensione anticipata, invece, i contributi versati hanno un peso prevalente rispetto al requisito anagrafico e pertanto risulta possibile accedere alla prestazione indipendentemente dall’età anagrafica al perfezionamento di un determinato requisito contributivo.

In linea generale nel 2018, per il pensionamento di vecchiaia occorrono almeno 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi (sia per gli uomini che per le donne del settore pubblico e del settore privato). Per la pensione anticipata occorrono, invece, 41 anni e 10 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi per gli uomini) a prescindere dall’età anagrafica. L’ordinamento si scosta da questi valori, come indicato, solo per tutelare particolari specificità connesse alla tipologia di lavoro svolto o alla condizione del lavoratore. Così ad esempio ci sono alcuni canali agevolati di uscita per i lavori usuranti, per gli invalidi dall’80% in su, per il comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico (es. forze di polizia, militari, guardia di finanza, vigili del fuoco), per il personale viaggiante addetto a pubblici servizi di trasporto, alcune categorie di lavoratori dello spettacolo, gli sportivi professionisti, alcune categorie di lavoratori del settore marittimo e personale navigante delle imprese aeree (fondo volo).

Dallo scorso anno c’è da segnalare la possibilità di ritirarsi a 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica per i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro prima del 19° anno di età e che si trovano in profili meritevoli di una particolare tutela (qui i dettagli) nonchè l’APE sociale, anch’esso destinato ai medesimi profili di tutela, che consente di ricevere un’indennità dal 63° anno sino al raggiungimento della pensione di vecchiaia (qui i dettagli) a condizione di avere almeno 30 anni di contributi.

Per gli altri lavoratori l’unico anticipo possibile è l’ape volontario, cioè un anticipo della pensione futura tramite un prestito erogato dal settore bancario di duranta ventennale. Il prestito può essere chiesto dai 63 anni unitamente a 20 anni di contributi. Dato che l’operazione è onerosa e comporta una riduzione della pensione per i successivi 20 anni deve essere valutata attentamente dall’interessato. Anche nel 2018 resta possibile la cd. opzione donna per le lavoratrici che hanno raggiunto 57 anni (58 anni se autonome) unitamente a 35 anni di contributi entro il 31.12.2015. Il canale di pensionamento è ormai in esaurimento (dato che non è stato prorogato) ma consente di uscire in anticipo a condizione di accettare un assegno interamente calcolato con le regole del sistema contributivo e, pertanto, spesso di misura inferiore.

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