L’elemento determinante per questo 2022 sui mercati mondiali 

tassi

Le Banche centrali hanno ormai deciso di avviarsi, con tempistiche differenti tra loro, verso la strada del rialzo dei tassi di interesse. Ma anche, più in generale, della revisione di un po’ tutte le politiche accomodanti adottate con lo scoppio della pandemia. Anche perchè, sempre durante la conferenza stampa di ieri, la BCE ha confermato non solo lo status quo, ma anche possibili rischi di rialzo dell’inflazione nel breve termine. Anche per questo motivo l’Istituto guidato da Christine Lagarde, è decisa a cambiare le cose nel corso di questo 2022. Infatti, a differenza di quanto aveva fatto pensare non più tardi di dicembre, adesso un possibile rialzo già a marzo non potrebbe essere escluso.

Quindi, visto che la FED lo ha già confermato e la BoE è passata ai fatti, i mercati hanno compreso che il rialzo dei tassi è e sarà l’elemento determinante per questo 2022 sui mercati mondiali.  A metà mattinata le Borse internazionali si presentavano in ordine sparso. Infatti qualche minuto dopo le 10 il Ftse Mib perdeva lo 0,5% mentre il Cac 40 dei Parigi aleggiava intorno alla parità. Da Londra il Ftse 100 guadagnava lo 0,46% mentre nello stesso momento il Dax perdeva lo 0,7%.

Ma come sempre accade, per i prossimi mesi sarà difficile trovare il market mover per eccellenza. Indubbiamente le politiche monetarie saranno un ago della bilancia estremamente importante, ma non l’unico.

L’elemento determinante per questo 2022 sui mercati mondiali

La questione ucraina e quella energetica saranno indubbiamente legate a filo doppio anche nei prossimi mesi. A prescindere da un attacco o meno di Mosca verso Kiev, la questione del rialzo dei prezzi del gas dovrà essere valutata attentamente. Infatti l’Unione europea, forse con un certo ritardo, ha deciso di intervenire sui mercati internazionali per riuscire a stringere accordi per assicurarsi linee di rifornimento differenti dalla Russia. Al momento le cronache fanno i nomi di Qatar, Usa e Azerbaijan.

Tecnicamente si tratta di giganti del settore intenzionati ad ampliare il proprio mercato di riferimento. Impossibile non guardare agli USA come ad un diretto concorrente di Mosca sul piano degli energetici. La rivoluzione dello shale oil ha permesso a Washington non solo di ottenere l’indipendenza energetica ma addirittura di riuscire a diventare una potenza esportatrice. Un avvenimento storico che ha letteralmente ridisegnato la mappa degli interessi economici e dello scacchiere geopolitico a livello mondiale.