L’effetto pandemia ha impattato sugli indicatori

Mediobanca

Le società quotate quanto hanno perso in tre mesi lo rileva l’Area Studi Mediobanca. Si calcola che l’effetto pandemia ha impattato sugli indicatori facendo realizzare una prestazione in negativo di 83 miliardi in meno di capitalizzazione.

Da dove è partita Mediobanca

L’Area Studi ha preso in visione i bilanci di 25 società industriali e di servizi  del Ftse Mib. Il periodo dell’analisi è riferito al primo trimestre 2020. Nello specifico le aziende a campione sono 13 società a controllo privato e 12 società a controllo pubblico, 16 manifatturiere, 6 energetiche/utilities, 2 di servizi e 1 petrolifera.

I risultati ottenuti

Il settore petrolifero ha registrato il calo maggiore (-34,8%), i margini industriali (-48,2) calano per tutti tranne per le energetiche/utilities che hanno pollice verso (3,7). La manifattura paga dazio con un fatturato a -11,8%.

Il valore delle società industriali e di servizi quotati

Le 25 società industriali e di servizi prese a riferimento pesano per il 76% della capitalizzazione complessiva per un valore di Borsa di 288 miliardi di euro. E’ bene chiarire che sono escluse banche e assicurazioni. La capitalizzazione delle 25 società si è ridotta del 22,4%, registrando rispetto al trimestre 2019 una perdita di 83 miliardi di euro.

Sguardo sulla grande manifattura italiana

Il tornado Covid-19 si è abbattuto con veemenza sulla grande manifattura italiana quotata sul Ftse Mib. Parliamo di 101 grandi stabilimenti sparsi su tutto il territorio nazionale: 51 al Nord, 23 al Centro, 22 al Sud e 5 nelle Isole.

Il lockdown ha penalizzato più di una azienda manifatturiera su due costringendola a chiudere. Il calo del fatturato è il peggiore degli ultimi 30 anni. I ricavi si sono contratti nell’area Europe, Middle East, e Africa (-15,4%), poi Americhe (-10,6%), Asia e Pacifico (-5,7%).  Il tracollo più evidente è per la manifattura privata rispetto a quella pubblica. La prima registra margini industriali in negativo del 71% rispetto ai gruppi a partecipazione pubblica del 31%.  Con un quadro del genere non ci sono dubbi che l’effetto pandemia ha impattato sugli indicatori.