Il mondo sempre più tecnologico nel quale viviamo ha portato indiscutibilmente molti vantaggi. Allo stesso tempo però sono aumentate le occasioni per chi della truffa ha fatto il proprio mestiere.
Una delle truffe più diffuse e odiose, perché prende di mira ignari e fiduciosi cittadini, è quella che corre online. SMS ed e-mail che invitano ad aggiornare con urgenza i propri codici bancari o le proprie password, pena il blocco del conto, arrivano quotidianamente ai consumatori.
Come funzionano queste truffe e come riconoscerle? Ma soprattutto, le vittime di SMS truffa possono ottenere il rimborso dalla banca?
Come funziona la truffa
Prima di capire come le vittime di SMS truffa possono ottenere il rimborso dalla banca, cerchiamo di spiegare come funziona questa truffa. Prevenire è sempre meglio, e conoscendone i meccanismi è possibile evitare di essere truffati.
La prima cosa da considerare è che i truffatori sono molto abili e puntano sulla disattenzione.
Quando si riceve un SMS dalla propria banca, dato che questa non è una procedura insolita, si tende a considerarlo veritiero. Poiché spesso la banca comunica tramite messaggi, chi non presta particolare attenzione rischia di cadere in trappola. Cosa succede? Che nel messaggio è presente un link. Se quel link viene cliccato, si mette in moto un meccanismo che carpisce i codici utente, e il conto viene depredato.
Si può poi ricevere una telefonata da un falso operatore della banca che invita a bloccare tutte le operazioni (per sicurezza!) mentre il malcapitato correntista ignaro non farà che sbloccare involontariamente il proprio conto, rendendolo vulnerabile.
Cosa può fare la vittima della truffa di phishing per chiedere il rimborso della somma?
Fortunatamente la legge interviene in soccorso dei truffati, qualora fosse troppo tardi. Sentenze della Cassazione in merito ce ne sono tante. Il legislatore ha approvato anche un D.lgs., il n. 11 del 27 gennaio 2010 (art. 10), a tutela dei truffati.
La giurisprudenza in materia afferma espressamente che se la banca non può garantire che una certa operazione è stata svolta dal proprio correntista nella piena coscienza e nella propria volontarietà, dovrà risarcire il truffato. Costui potrà, quindi, citare in giudizio la banca che dovrà dimostrare che il correntista ha agito con cognizione. E se non riesce, è tenuta al rimborso.