La cultura del pianto e del lamento durante i funerali risale all’Antico Egitto ma il suo sviluppo ha interessato ere storiche e Paesi diversi.
Le prefiche sono donne pagate per piangere ai funerali ed esistono davvero, seppur ormai in via d’estinzione.
Nel mondo antico, i parenti del defunto pagavano una prefica in segno di riconoscenza ed elogio della persona scomparsa.
Ma il motivo principale era davvero questo?
Cosa c’è dietro al pianto
Si narra che dietro alle lamentele ci fosse una vera e propria esorcizzazione della morte. Si cercava, cioè, di fare in modo di allontanare il defunto perché questi non tornasse a “disturbare” la quiete della famiglia e della casa.
D’altro canto, proprio il pianto e le urla sono di per sé liberatorie. Le prefiche avevano il compito di liberare i cari della persona scomparsa da quel dolore e consegnare al ricordo la sua persona.
Un lamento estremo
Ebbene sì, talmente estremo che Roma decise con le leggi delle XII tavole di vietare queste manifestazioni di dolore. Il pianto era spesso accompagnato da movenze ed esternazioni poco consone all’austerità del tempo. Proprio questa sua caratteristica ha portato molti studiosi e ricercatori a riscontrare un particolare legame tra il lamento delle prefiche e la sessualità.
Interessante poi è il caso di questa figura in Italia, specialmente al Sud. Difatti, le prefiche sono donne pagate per piangere ai funerali ed esistono davvero. Erano addirittura la norma in alcune parti dell’Italia meridionale, fino a pochi anni addietro.
Le prefiche nell’Italia meridionale
Alcuni casi particolari sono sicuramente quelli della Calabria, della Basilicata e della Sardegna (dove il rito prendeva il nome di “atitu”). Proprio in Calabria, ad esempio, si racconta che questa usanza fosse in vigore sino agli anni ’80.
Anche l’Italia del Nord ha accolto per anni questa usanza, seppur in modo diverso. Qui, infatti, erano i bambini e non le donne a piangere ai funerali.
Nonostante possa oggi sembrare molto strano, il lamento funerario dietro pagamento era una cosa assolutamente normale sino a pochi decenni fa. Se però ci riflettiamo un momento, potremmo scorgere alcune similitudini con ciò che accade ancora oggi a molti funerali. Tante persone vi si recano e piangono valanghe di lacrime pur avendo visto il morto una sola volta nella loro vita. Questa volta però senza ricevere in cambio alcun compenso monetario; probabilmente per semplice ed egoistico esibizionismo.
Siamo sicuri che le due cose siano così diverse tra loro?