Le pensioni di invalidità aumentano a partire dal diciottesimo anno di età. Vediamo il perchè.
La Corte Costituzionale ha affermato che l’aumento delle pensioni di invalidità deve avere decorrenza a partire dal 18° anno di età. In particolare, la questione è stata affrontata dalla Consulta con sentenza n. 152/2020 e subito dopo c’è stato il riscontro positivo da parte del legislatore. Il decreto Rilancio è intervenuto subito sul punto, stabilendo l’aumento indicato dalla Consulta per le pensioni degli invalidi civili totali. La decorrenza dei nuovi importi, è prevista a partire dal mese di agosto 2020. Una risposta velocissima da parte del legislatore, quasi da non credersi. Solo un mese dall’approvazione del decreto Rilancio e si è trasformata in legge una questione di diritto sulla quale si è pronunciata la Corta Costituzionale. Ebbene, grazie a questa mossa solerte, gli incrementi delle pensioni per gli invalidi totali si avranno a partire dal compimento dei 18 anni, senza dover attendere il raggiungimento dei 60 anni di età. A questo punto, diamo uno sguardo alla pronuncia dalla quale è scaturito che le pensioni di invalidità debbano aumentare a partire dal diciottesimo anno di età.
Caso deciso dalla Corte Costituzionale
Ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale la Corte d’Appello di Torino, adita dal padre e tutore di una donna affetta da tetraplegia spastica prenatale. Trattasi di persona inabile al lavoro al 100%. Per conto della stessa si ci era rivolti al Tribunale onde ottenere che l’Inps le corrispondesse una pensione di invalidità non inferiore all’assegno sociale. In ogni caso, che le venisse corrisposta una somma di danaro tale da consentirle una vita dignitosa. Il Tribunale ha rigettato la domanda e la Corte di Appello, di seguito adita, ha rinviato alla Consulta la relativa questione di costituzionalità. A questo punto, la Corte ha accolto i rilievi operati dal giudice di secondo grado, sotto un duplice aspetto. In primis, ha sottolineato che l’importo di 286,81 euro, riconosciuto alla donna invalida, fosse del tutto insufficiente ad assicurarle il minimo vitale.
Ciò, in netto contrasto con l’art. 38 della Costituzione, che prevede per gli inabili al lavoro il diritto al mantenimento. La Corte ha rilevato, inoltre, che l’assegno in commento, se confrontato con quello sociale, che nel 2020 è stato di 520,29 euro, risulta palesemente sperequato. Essa, tuttavia, non potendo procedere, direttamente, alla rideterminazione dell’assegno di invalidità, ha dovuto rimettere detta questione al legislatore. A fronte degli indicati rilievi, il Decreto rilancio ha subito stabilito l’incremento delle pensioni destinate agli invalidi totali, a partire dai 18 anziché dai 60 anni di età. Il tutto, in modo da garantire un assegno di almeno euro 516,46 mensili.