Il continuo rumoreggaire su una possibile bad bank che lo stato italiano istituirebbe per aiutare le banche a sopravvivevere ponendone i costi, potenzialmente non quantificabili, a carico dei cittadini, rende improcrastinabile passare a esprimere pubblicamente una prima parte delle proposte promesse da tempo volte a facilitare l’uscita dalla crisi.
La premessa è che pur andando per sintesi dovremo aprire su ogni tema finestre di chiarimento poi eventulamente meritevoli di singole trattazioni.
Ovviamente è necessario partire proprio dalla gestione del debito privato di famiglie ed aziende.
E’ nercessario stabilire che la montagna di sofferenze generata dagli eccessi immobiliari (sono state finanziate, col beneplacito dei comuni, centinaia di migliaia di unità immobiliari totalmente inutili e ben oltre il fabbisogno) e più in generale dalla cirisi, non è contabilizzata come avveniva fino a circa 15 anni fa, diciamo nel secolo scorso. La deregulation ha consentito alle banche di prestare n volte i capitali raccolti mentre negli anni 80, per dire, il rapporto era 100 raccolta massimo 90 erogato. Negli anni 2000 il rapporto è arrivato alla cifra folle di 100 euro raccolti e 44.000 prestati. Va da sè che la costanza di un 10% di sofferenze è alquanto ingannevole. Ha ingannato me (nel 2007/8) e tuttora a mio parere confonde le idee a molti che non hanno chiara la premessa appena definita sui volumi eorgati rispetto ai capitali raccolti.
Ebbene questa montagna di crediti inesigibili non è semplicemente accatastata in poste attive di bilancio o semplicemente in attesa di entrare a farne parte come sarebbe accaduto una volta: No signori! Questa “montagna” di denaro perso, è stata convertita in nuove obbligazioni, quando addirtittura non in derivati a leva 1 a 10 finalizzati a velocizzare nuova raccolta, nuovi prestiti (basato dunque su denaro non restituito e quindi inesistente) e non ultimi nuovi mostruosi bonus per i vertici manageriali delle banche stesse.
Una montagna di carta dunque , che ora giace nei fondi delle banche, come sottostante di prestiti obbligazionari, polizze e unit linked, di titoli tossici, tutta roba che se non si riesce a smerciare allo sportello le banche si scambiano tra di loro. Ebbene come si fa a pensare di creare una bad bank che tolga questa montagna di perdite acclarate dal sistema quando nemmeno le dimensioni sono note e soprattutto certe? Quando tra l’altro molta di questa carta straccia è stata spostata dalle banche a conduit caraibici o altre diavolerie esterne alle banche ma che prima o poi dovranno essere ri-contabilizzati?
Dimensioni tra l’altro che dai miei conteggi è n volte il PIL italiano e che amplificherebbe il nostro già pesantissimo debito pubblico fino a renderlo a sua volta tossico!
E’ facile capire che anche ammettendo di nazionalizzare le banche, come accaduto in Gran Bretagna (ma con grande tempismo e severità), ci vorrebbero anni affinchè nuovi funzionari affidabili possano prendere il pieno controllo di questi dati e trovare vie di soluzione in merito che tendenzialmente sono una sola: fallimento e nazionalizzazione.
Ma lasciamo ad altri la problematica delle banche.
Parliamo dei debitori. E quindi avanziamo la prima proposta:
Lo stato prende in carico TUTTI i debiti in sofferenza (con esclusione di quelli in cui siano in corso procedimenti di bancarotta fraudolenta) e li trasfroma in debiti famigliari generazionali in cui la famiglia o l’imprenditore, se vuole restare in possseso degli eventuali beni posti a garanzia. potrà pagare in rate minime al tasso BCE (0.15%) più uno spread minimo (0,05/0,10%). Parlo di rate tra i 50 e i 200 euro mensili per i privati e i 500 e 1000 per le aziende. A seconda delle fasce di reddito. Per le aziende tutti gli utili sanno incassati a decurtazione fino allo smalimento del debito.
Per i disoccupati che godano comunque di supporti (CIG e simili) la rata sarà il minimo ovvero i 50 euro.
Potranno rimanere in stand-by soltanto le posizioni di soggetti senza alcun reddito e senza nessuna possibilità di appoggio famigliare.
Si tratterebbe dunque in molti casi di dilazioni transgenerazionali ma creerebbero un immediato sollievo per milioni di famiglie senza appesantire i conti dello stato che iscriverebbe comunque poste attive e passive contemporanemente nel proprio bilancio. L’esiguità delle rate imporrà peraltro un sitema di pagamenti rigoroso in mancanza dei quali lo statio si rivarrà sui debitori entro i 3 mesi senza possibilità di appello. Quando pensai a questa soluzione ignoravo che in India lo stato avesse realizzato qualcosa del genere. Peraltro non ho trovato informazioni approfondite al riguardo.
La cosa certa è che, piuttosto che regalare altri soldi alle banche auspicando che riaprano il credito quando non si abbia ripreso il pieno controllo della situazione sopra descritta sarebbe pura follia oltre ad iniquità sociale. L’intervento diretto a favorire famiglie ed aziende invece solleverà man mano le banche dalla parte pulita delle loro sofferenza e nel contempo rimetterà nel circolo dei consumi milioni di famiglie attualmente soffocate dai debiti. Le stesse aziende alleggerite potranno pensare a nuovi investimenti e soprattutto nuove assunzioni.
Completiamo questo post con la seconda proposta che è direttamente collegata alla prima. Come può lo stato gestire questa “cosa”. Semplice riprendo tutti gli spoertelli di Banca d’Italia e adibendoli ad attività ordinarie. In primis la gestione dei debiti generazionali , in secondo luogo a fare parte e coordinare pool bancari per riavviare l’attività di credito a cui le stesse banche, alleggerite man mano di parte della loro tossicità, potranno tornare ad attivarsi.
Come personale, terza proposta, la nuova Banca d’Italia (che preferibilmente andrebbe prima totalmente nazionalizzata) riattiverà e rimotiverà professionalmente le decine di bancari , funzionari e non, esodati, o, a loro scelta libera pre.-pensionati attingendo anche alle fila di quella montagna di dipendenti forzatamente riciclati come promotori finanziari.
CONTINUA (nella prossima puntata parleremo di rilancio occupazionale)
Gianluca Braguzzi è un Gestore di fondi comuni di investimento