Di tutti gli indizi che ci fanno pensare a un imminente ribasso dei mercati azionari abbiamo già scritto settimana scorsa (Mercati azionari: vendere o comprare dopo le vacanze estive?)
Oggi vogliamo analizzare due indicatori completamente scorrelati tra di loro e con l’andamento dei mercati azionari: la vendita di auto e le macchie solari.
Se qualche lettore pensa che siamo stati vittima del forte caldo delle ultime settimane, possiamo garantire che non è così.
Passiamo, quindi, ad analizzare i due indicatori menzionati in precedenza. Infine andremo ad aggiornare il confronto tra la previsione del frattale storico e l’andamento reale delle quotazioni.
Vendita di auto
Nel grafico seguente è riportato il rapporto tra il numero di auto in deposito e il numero di auto vendute per ciascun mese dal gennaio 2006 ad oggi. In grigio sono indicati i periodi di recessione.
Notiamo come questo rapporto alla fine di giugno abbia raggiunto i valori più alti dal 2008/2009 quando poi abbiamo assistito a un forte ribasso.
La vendita di auto, quindi, ci avvisa di alzare la guardia e allacciare le cinture di sicurezza.
Le macchie solari
Le macchie solari e la storia dell’umanità
Nella tabella seguente è riportato, per ogni ciclo delle macchie solari, l’intervallo di anni (tipicamente l’anno che corrisponde al picco più o meno un anno) entro il quale si è avuto il massimo e i corrispondenti eventi rilevanti in quel periodo.
Notiamo come effettivamente i principali eventi storici siano accaduti in corrispondenza dei massimi dei cicli delle macchie solari.
Le macchie solari e i mercati finanziari
A questo punto la domanda è d’obbligo: è possibile utilizzare i cicli solari per prevedere i movimenti giornalieri/settimanali/mensili dei mercati azionari?
La risposta è no!
Non c’è alcuna correlazione, infatti, tra il movimento giornaliero dei mercati finanziari è i cicli solari. Se, però, andiamo a guardare il quadro globale, allora le cose cambiano. Date un’occhiata al grafico seguente dove, in grigio, le fasi di depressione/recessione sono sovrapposte all’andamento del numero delle macchie solari.
Dal grafico si evince immediatamente come tutte le recessioni/depressioni dei mercati finanziari siano avvenute in coincidenza con il picco del ciclo delle macchie solari!
A questo punto il lettore superficiale potrebbe trarre la seguente conclusione
“In ogni ciclo in corrispondenza dei massimi delle macchie solari mi posso aspettare un massimo delle borse e in corrispondenza dei minimi posso aspettarmi un minimo delle borse!”
Niente di più sbagliato!
Guardiamo con attenzione le figure seguenti, dove per ciascun ciclo sono riportate le seguenti quantità:
• Il numero di macchie solari misurate per ciascun mese (SunSpot Measured);
• Il numero di macchie solari come ottenute dalla media mensile a 13 mesi (SunSpot Smoothed);
• L’andamento dell’indice Dow Jones (DJ).
Apparentemente non c’è alcuna regolarità nei grafici precedenti.
1. Chi pensava che i massimi del ciclo corrispondessero a massimi dei mercati ha sbagliato;
2. Chi pensava che i minimi del ciclo corrispondessero a minimi dei mercati ha sbagliato;
3. Chi pensava che avesse avuto ragione non vedendo alcuna regolarità ha sbagliato ugualmente!
Nella Tabella precedente abbiamo riportato la massima discesa del Dow Jones per le tre fasi del ciclo solare: aumento delle macchie solari; regione del massimo delle macchie solari; diminuzione delle macchie solari.
Notiamo subito come durante la prima fase le discese sono sempre state molto contenute, tranne in un caso che corrisponde al crollo dei mercati nel 1987. Anche durante la regione del massimo le discese sono state molto contenute tranne che in quattro casi, tre dei quali sono evidenziati in rosso ed il motivo sarà chiaro tra poco. Durante la fase di diminuzione delle macchie solari le discese sono state molto contenute tranne in tre casi evidenziati in rosso. Sorprendentemente tutti i casi evidenziati in rosso appartengono agli stessi cicli delle macchie solari.
Ci sarà, quindi, qualche regolarità che ci permette di prevedere quando si avranno forti discese (veri e propri crolli) dei mercati finanziari?
Per capire ciò diamo uno sguardo al grafico seguente, dove è riportato per ciascun ciclo il numero massimo (smoothed) di macchie solari.
Osservando attentamente si evince la seguente regolarità:
tutti i cicli che hanno un massimo di macchie solari inferiore a quello del ciclo precedente (quadrati blu nel grafico) presentano durante la terza fase del ciclo fortissime discese dei mercati.
NB non abbiamo considerato il ciclo 22 in quanto i valori del massimo sono molto simili a quelli del precedente, come si vede anche dal grafico.
Assumendo la regolarità di cui sopra, cosa aspettarci nel futuro prossimo? Guardiamo la seguente figura
Notiamo come tra il 2014 e il 2015 si sia formato un massimo del numero delle macchie solari. A questo punto il minimo è atteso tra il 2019 e il 2020.
Il massimo smoothed calcolato fino ad ora per il ciclo 23, lo abbiamo riportato nel grafico precedente con un quadrato verde.
La cosa più importante da evidenziare, però, è che il massimo delle macchie solari previsto per il ciclo in corso è inferiore a quello del ciclo precedente!
Applicando quando riportato precedentemente (tutti i cicli che hanno un massimo di macchie solari inferiore a quello del ciclo precedente presentano durante la terza fase del ciclo fortissime discese dei mercati) ci dobbiamo aspettare una fortissima discesa dei mercati entro i prossimi 3-4 anni.
Ovviamente tale previsione verrà meno qualora il massimo del numero delle macchie solare del ciclo in corso dovesse superare quello del ciclo precedente.
Conclusione: nel lungo periodo la strada è tracciata, sui mercati finanziari incombe una catastrofe come non se ne vedono dal 2008-2009. Le macchie solari ci aiuteranno a capire se e quando, mentre tutti saranno impegnati a comprare, partirà un ribasso di almeno il 40%!
Ovviamente il trading giornaliero continua normalmente, ma gli investitori di lungo periodo non devono rilassarsi troppo!
Frattale previsionale e analisi di Proiezionidiborsa
C’è poco da aggiungere a quanto dice il grafico seguente. Le quotazioni si stanno adattando alla previsione, seppur con due settimane di ritardo, e se dovesse continuare così non ci attende niente di buono.
Qualora l’inversione ribassista dovesse essere confermata, allo stato attuale sull’S&P500 il I° obiettivo naturale si troverebbe in area 2200, il II° in area 1900 e infine il III° in area 1650. Il potenziale ribasso, quindi, potrebbe essere del 40% circa. Chiaramente questi obiettivi andranno ricalcolati con precisione non appena sarà confermata l’inversione ribassista.
Chiaramente è facilmente immaginabile l’effetto domino sulle altre borse mondiali qualora l’S&P500 dovesse perdere il 40%.