Le due mosse per abbattere le commissioni POS

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Quante volte ci sentiamo dire, negli ultimi tempi, non siamo mica in America dove si paga il caffè con la carta di credito! In realtà le commissioni ed i costi del sistema italiano non consentono sempre di accettare i pagamenti elettronici, soprattutto per piccoli importi. L’analisi svolta da ProiezionidiBorsa è proprio quella di individuare le due mosse per abbattere le commissioni POS.

Il punto di partenza è individuare quali siano le commissioni che gravano sul servizio. Sono, in genere, di diversa natura: fissa e variabile.

Le commissioni fisse sono quelle, pagate all’intermediario, per l’installazione, la disinstallazione e l’eventuale canone mensile (quest’ultimo potrebbe anche essere variabile). Queste commissioni sono quelle che non cambiano al variare dell’importo transato. Chiaramente impattano maggiormente quando i fatturati sono bassi.

Le commissioni variabili, invece, sono quelle che derivano da una percentuale dell’importo transato. Tra l’altro questa percentuale è diversa a seconda del circuito di pagamento e/o se si tratta di Bancomat o carta di Credito. Si comprende, quindi, che tali commissioni impatteranno di più sulle transazioni in cui margini di guadagno sono già risicati.

Le due mosse per abbattere le commissioni POS

Il vantaggio di vivere un’epoca in cui le informazioni viaggiano a gran velocità, consente di trovare soluzioni nuove e diverse. L’importante è fare qualcosa per cambiare la situazione. Da dove si parte e cosa fare?

La prima mossa

Prima di pensare al cambiamento dell’emittente del sistema POS, bisognerà valutare che potrebbe essere chiesto anche il cambio di conto corrente. Perciò, la prima attività sarà guardare dentro casa, ovvero visitare il sito della propria banca. Spesso sono pubblicate offerte migliorative che di certo non verranno applicate in automatico.

Ergo, sarà necessario andare in filiale e chiedere l’eventuale adeguamento. Ad ogni modo, si potrà sempre negoziare con l’Istituto, facendo leva sul fatturato, in quanto, l’interesse preminente è non perdere clienti che effettuano tanto transato.

La seconda mossa

Se non si riesce a concordare con il proprio Istituto o si deve avviare il servizio POS, è bene analizzare il mercato cosa offre. Ad esempio, grandi aziende come Unicredit, offrono zero commissioni per le transazioni sotto i 10 euro. Stessa promessa commerciale vale per Satispay, la quale, offre anche tariffe a 0,20 centesimi sulle transazioni bancomat.

Se il fatturato non è abbastanza per utilizzarlo quale leva commerciale, allora si può optare per altre aziende innovative. In particolare, c’è MyPos, che pubblicizza un’offerta senza canone mensile, un contributo di 29 euro all’attivazione e commissioni 1,20%.  Oppure, Axerve che con un canone mensile di 15/20 euro non chiede commissioni sul transato (zero) ma fino ad un certo reddito (30.000 euro circa).

Queste principalmente le due mosse per abbattere le commissioni POS, poi però bisogna essere sempre informati e all’uopo cambiare.

 

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