Le 2 anime della Fed di Emanuele Rigo

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Nella notte, al termine del congresso del partito comunista cinese, il primo ministro Li ha annunciato l’intenzione di Pechino di mettere in atto misure di supporto e stimolo della crescita. L’annuncio, largamente atteso, è però passato largamente in sordina, oscurato dalle attese per la riunione di politica monetaria della FED che si concluderà questa sera.


Ed è proprio il FOMC (Federal Open Market Committee ndr) a catalizzare le attenzioni di operatori e analisti: sebbene il risultato sia largamente scontato in favore di un mantenimento dell’attuale assetto monetario negli Stati Uniti, il riflettore dei mercati sarà puntato sui dettagli sulle valutazioni dello stato dell’economia a stelle e strisce, l’enfasi che sarà data ai rischi esterni e soprattutto la comunicazione in tema di forward guidance e prospettive per ulteriori rialzi dei tassi durante il corso dell’anno.

È noto ormai da tempo che all’interno del board of governors coesistono due anime molto influenti sul governatore Janet Yellen rappresentate da due altrettanto eminenti esponenti come il vice Stanley Fischer, che ha un atteggiamento più marcatamente restrittivo in questa fase storica, e Lael Brainard che ha puntato più volte l’attenzione sulla necessità di utilizzare la dovuta cautela nel contesto geopolitico e macroeconomico globale.

Quale delle due anime prevarrà questa sera sarà frutto di un grande lavoro di mediazione: se da un lato i dati sul mercato del lavoro segnalano il raggiungimento della massima occupazione, sebbene inficiata da una dinamica salariale non brillante, dall’altro l’inflazione continua a essere un problema concreto.

La visione di Fischer prende in considerazione il rischio di overshooting (esplosione ndr) dell’inflazione qualora il comparto energia ripartisse, mentre Brainard sottolinea l’importanza di non mettere eccessivamente sotto pressione l’economia attraverso un ulteriore rafforzamento del biglietto verde che deriverebbe da prospettive di maggiore restrizione monetaria.

Quale dei due scenari prevarrà lo sapremo solo questa sera: l’unica cosa certa è che tutti gli strumenti di valutazione del mercato tra cui i più utilizzati sono il dot-map  e il posizionamento sui fed funds stanno perdendo di significato nel clima di volatilità che sta caratterizzando questo periodo.

 

Market Movers

09:00 Eurozona Riunione politica non monetaria BCE

10:30 Regno Unito Tasso di disoccupazione cons. 5.1% prec. 5.1%

11:00 Eurozona Output costruzioni a/a cons. 0.25% prec. -0.4%

13:30 Stati Uniti Inflazione a/a cons. 0.9% prec. 1.4%

13:30 Stati Uniti Inflazione core a/a cons. 2.2% prec. 2.1%

14:15 Stati Uniti Produzione industriale a/a cons. -0.7% prec. -0.7%

15:30 Stati Uniti Scorte petrolio cons. 1.5m prec. 3.88m

19:00 Eurozona Discorso Draghi (BCE)

19:00 Stati Uniti Riunione politica monetaria FOMC cons. 0.5% prec. 0.5%

19:30 Stati Uniti Conferenza stampa Yellen (FED)

 

EURUSD

La moneta unica si attesta in area 1.1080 in apertura dei mercati europei di poco variata rispetto ai livelli di ieri sera nel rapporto con il biglietto verde. L’atteggiamento cauto è dovuto dall’attesa dei dati sull’inflazione negli USA e per la riunione del FOMC che si concluderà stasera e darà nuova direzionalità alla politica monetaria a stelle e strisce. A seconda dello scenario potremmo assistere a due opposte reazioni di mercato tra cui la più probabile sembra comunque volta ad un miglioramento delle quotazioni della moneta unica nel rapporto con il biglietto verde. Tuttavia, qualora il messaggio non fosse sufficientemente accomodante, la reazione potrebbe riportare EURUSD verso quota 1.09. Il secondo scenario, sebbene sia quello preferito da Draghi, sarebbe compromettente per il comparto esportazioni USA.

 

GBPUSD

La sterlina inglese continua a soffrire nel rapporto con il biglietto verde con il cable che si mantiene poco sopra 1.41 nonostante i dati macroeconomici sul mercato del lavoro usciti in linea o leggermente superiori alle attese. L’assenza di forza è anche effetto della mancanza di un posizionamento del mercato in attesa della riunione di politica monetaria di questa sera che creerà forte volatilità soprattutto nelle fasi di pubblicazione dello statement e durante la prima parte della conferenza stampa. Attenzione quindi al supporto attuale a 1.41 già a partire dal primo pomeriggio dove i dati sull’inflazione potrebbero fornire un messaggio sulla successiva direzionalità del mercato.

 

USDJPY

La sessione asiatica ha confermato il trading range dello yen giapponese che dai massimi di ieri in area 113.00 è tornato verso quota 113.60 dove scambia in apertura dei mercati europei nei confronti del biglietto verde. L’arretramento della divisa nipponica appare parzialmente scollegata all’andamento del mercato azionario con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che cede lo 0.83%, mentre si sta assistendo ad un posizionamento lungo di dollaro che sta interessando tutte le principali divise. Inoltre, il sell off di yen potrebbe essere dovuto, parzialmente, alle dichiarazioni del presidente cinese Li circa misure allo studio dell’esecutivo di Pechino per stimolare la crescita. L’attesa per oggi su USDJPY è per un sensibile aumento della volatilità in concomitanza con i dati USA del pomeriggio e in serata con la riunione di politica monetaria della FED.