A cura della Dott.ssa Giovanna Maria Cristina Sambataro
Un argomento discusso da secoli ormai, il lavoro nero continua ad essere un triste realtà nel meridione radicata da generazioni in generazioni.
Molti danno la colpa all’attuale congiuntura economica, ma è davvero così?
Oppure è un mezzo comodo per chi vive nella totale evasione fiscale?
Se dovessimo analizzare la situazione, troviamo da una parte il datore di lavoro, che oppresso dalla pressione fiscale e dal costo del lavoro sceglie la via più facile per ricevere maggiori profitti; dall’altra, invece, il povero lavoratore in nero, che si accontenta di una misera paga mensile per amore di avere un “lavoro”.
E lo Stato in tutto questo, che ruolo ha?
Possiamo dire che nel corso degli anni si è sforzato a snellire il sistema del lavoro, ma trascurando come sempre la parte debole come quella dei lavoratori. Attualmente esistono varie agevolazioni per le imprese che assumono giovani di una certa fascia di età per esempio, ma questo non sembra aver posto la parola fine al lavoro nero. Difatti in Sicilia e nel resto del meridione, tale realtà è ancora viva, anche se con entità minore. Per esempio, nei nostri centri commerciali, troviamo lavoratori part-time, che in verità svolgono 12 ore di lavoro.
Come potremmo risolvere tale problema?
Servono altre riforme, maggiori controlli, maggiore cultura aziendale per trasmettere l’importanza della forza-lavoro ai nostri imprenditori?
Sicuramente tutto ciò elencato sopra è necessario che venga fatto al più presto.
Ma noi, invece, cosa potremmo fare per far sì che tale situazione divenga un lontano ricordo?
Secondo Albert Hirschmann, un coinvolgimento totale dei singoli individui uniti tra loro, è in grado di fornire gratificazioni, persino a prescindere dal raggiungimento degli scopi prefissati.
E allora perché non iniziamo a rispondere “NO” quando viene proposto un lavoro non conforme alle normative vigenti?
Il cambiamento deve partire anche da noi, dal singolo per poi trasferirsi alla collettività.
Da un punto di vista economico, l’eccessivo lavoro nero presente nel nostro paese rappresenta una mega fetta del nostro pil annuale.
Pertanto, senza uno “Stato Amico” che non si lascia imbrogliare e senza un “federalismo democratico” che efficienti al meglio il settore pubblico e privato, come possiamo sperare che tale situazione sia al tramonto?