Ne pensa cento e cento ne fa. Volodymyr Zelensky dà alle stampe la raccolta dei suoi messaggi social. Appuntamento con il Mondo il prossimo 19 maggio quando in contemporanea in diversi Paesi uscirà il testo «Per l’Ucraina» con tanto di bandiera nazionale in copertina. Il grande comunicatore ha già il tutto esaurito in tasca perché le previsioni sono queste. Putin chiude il gas e l’Ucraina risponde con l’appuntamento di Zelensky in libreria. Sicuramente sarà in vetta alle classifiche e andrà a ruba in poche ore.
Il testo
Chi ha avuto già modo di leggerne qualche stralcio riferisce di una sorta di documentazione di questi giorni di guerra; una raccolta dei messaggi del leader di Governo locale al Mondo; qualche commento e delle verità. Soggettive o obiettive, non potremo mai capirlo. Il testo scritto di solito c’è quando un conflitto è già finito, per stimolare la riflessione, la critica e sviluppare il pensiero critico.
In questo caso anche il libro scritto diventa una trasposizione del mondo social. Giusto perché nessun messaggio inviato al Mondo con cadenza quasi quotidiana, vada dimenticato. Parole studiate e riprese. Abito studiatissimo per un Presidente per caso che conosce il potenziale mediatico e sa piegarlo a proprio favore. Ce ne siamo un po’ accorti in verità, anche se nei primi 15-20 giorni tutti abbiamo pensato potesse trattarsi di un docu-guerra realmente improvvisato. Ma tanto improvvisato non è mai stato. A partire dalla dismissione del vestito con giacca e cravatta in luogo del colore verde militare: t-shirt e pantaloni. Giubbotto antiproiettile ed elmetto per una ripresa in esterna.
I fatti
Solo che nelle guerre, i capi sono in video e, in questo caso in libreria mentre la gente e i militari muoiono sul campo. Mangiano scatolame e cibi scaduti. Le donne subiscono violenze, alcuni non bevono acqua per giorni. Molti perdono i propri familiari unitamente all’intelletto. Accade sia da parte del corpo militare russo, sia ucraino. Nel mezzo ci sono i civili. Alcuni evacuati, altri più o meno volontariamente combattono improvvisandosi militari esperti d’artiglieria. Altri ancora si rifugiano in ambienti sotterranei. A volte ripresi con telecamere. Spesso oggetto di strumentalizzazione. La guerra è questo.
L’appuntamento di Zelensky in libreria il 19 maggio, l’ultima arma moderna in mondovisione contro il metodo tradizionale russo
Zelensky si occupa dei social. All’inizio del conflitto ha indossato gli abiti della vittima. È apparso come lo straccione invaso e disperato. E certamente l’invasione l’ha subita. Pian piano i toni e i termini utilizzati sono cambiati per divenire a volte dei veri imperativi. L’Occidente ha risposto come da richiesta. In modo quasi servile. Dovevamo aiutare i cittadini, i rifugiati e i militari ucraini. Ci siamo ritrovati a combattere contro il gigante russo e i suoi super-alleati. In nome della Pace, stiamo partecipando ad una grande guerra per vincere sulla Russia.
Terza guerra mondiale
I proventi del libro saranno devoluti al popolo ucraino e alle necessità locali. Nel frattempo, Zelensky chiede e ottiene. Qualche volta, ringrazia. Si ricorda che è opportuno farlo. Biden, dalla lontanissima Casa Bianca, invia fondi, armi. La Terza guerra mondiale già c’è solo che nessuno ancora ce l’ha detto. Ce lo dirà Putin quando farà, come promesso, qualche dispetto ai Paesi NATO. E saranno morti e sangue anche al di qua dall’Ucraina. Intanto il prossimo missile è l’appuntamento di Zelensky in libreria il 19 maggio.
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