La vostra banca può fallire a causa del coronavirus?
Certo. Potrebbe succedere. Dipende tutto dalla sua solidità patrimoniale. Nessun istituto di credito, per quanto solido, è al riparo completo dalla tempesta economico-finanziaria che questa situazione è venuta a creare. Il coronavirus ha affossato la Borsa italiana, manda il Paese in recessione (anche se ancora non ne conosciamo la portata) e preoccupa le banche. L’impatto sulle banche europee rimane incerto, ma chiaramente con prospettive negative, con una pressione sui ricavi e gli attivi.
Le misure della BCE per evitare che le banche falliscano
Per fortuna, la BCE non è stata con le mani in mano, nonostante l’enorme svarione della Presidente Lagarde quando ha dichiarato che la BCE “non esiste per ridurre gli spread” quando invece, indirettamente, questo è proprio uno dei suoi compiti. Le misure messe in campo dall’istituto centrale di Francoforte non sono state di poco conto, tutt’altro.
- Potenziamento del programma Tltro III (il terzo round di rifinanziamento delle banche partito a settembre 2019, che si dovrebbe chiudere a fine marzo 2021);
- Rafforzamento del Programma di acquisto di attività finanziarie grazie all’aggiunta di 120 miliardi di euro da utilizzare con la massima flessibilità entro fine anno per dare supporto al settore privato.
- Nuovo Programma di acquisti di emergenza pandemica (denominato PEPP, Pandemic Emergency Purchase Program) per complessivi 750 miliardi di euro;
- Gli acquisti saranno condotti fino alla fine del 2020;
- Le operazioni includeranno tutte le categorie di titoli del settore privato e pubblico inclusi nei programmi di acquisti già esistenti.
- Ha infine dichiarato, recentissimamente, che acquisterà anche ETF, come sta facendo da tempo la Bank of Japan.
La vostra banca può fallire a causa del coronavirus?
Morningstar ha pubblicato un report il 16 marzo 2020 in cui analizza la questione, e che spiega molto bene come stiano le cose. “L’Italia al momento è nel mezzo di una situazione senza precedenti che presenta sfide imprevedibili”, dice il report “Il comportamento dei consumatori e le attività delle imprese ne sono condizionati, con implicazioni pesanti per tutti i settori economici. Sia il governo italiano che le autorità europee hanno annunciato misure per mitigare il crollo. Nonostante questo, però, secondo noi l’economia italiana quest’anno andrà verso la recessione”. Potrebbero essere vanificati alcuni dei passi in avanti fatti dal sistema bancario della Penisola per aumentare i livelli di capitale e per ridurre la quantità di NPL (i crediti deteriorati). Quelli, cioè, la cui riscossione viene considerata a rischio sotto diversi profili accumulati durante l’ultima crisi finanziaria e scesi al 50% rispetto al picco di 360 miliardi di euro toccato nel 2015.
Quali istituti di credito sono a rischio?
Ancora il report: “Nonostante il generale miglioramento, le banche di piccole e medie dimensioni restano le più vulnerabili nel caso di un severa frenata dell’economia. In generale, ci aspettiamo che il rallentamento economico e l’incertezza peseranno sulla redditività degli istituti. Questo anche per effetto di un mix formato da bassi tassi di interesse, riduzione dell’attività di prestito (fra cui anche il rinvio dei pagamenti dei mutui) e minori guadagni da commissioni per la gestione dei portafogli che deriveranno dalla forte discesa dei mercati azionari”.
Infine “L’impatto si vedrà nei prossimi trimestri, mentre le implicazioni nel medio e nel lungo termine dipenderanno dall’evoluzione della pandemia e dalle prossime misure che prenderanno le autorità. Segnali importanti probabilmente arriveranno nelle prossime settimane e nei mesi futuri in base a quelli che potrebbero essere la durata e la portata della recessione”.