La prossima bolla sul mercato: quale sarà?

prossima bolla sul mercato

Tra gli investitori si sta facendo largo l’idea di una prossima bolla sul  mercato. Forse anche già presente tra gli asset. Di cosa si tratta?

La prossima bolla sul mercato

Il teatro della finanza sta diventando sempre più affollato ma la porta di uscita è sempre la stessa. Questa, in estrema sintesi, la panoramica fatta da Michael Burry,gestore di fondi per Scion Asset Management secondo cui gli investimenti passivi stanno gonfiando i prezzi delle azioni e delle obbligazioni in un modo simile a quanto accadde per i mutui subprime più di 10 anni fa.

“Come la maggior parte delle bolle, più a lungo continua, peggiore sarà il risultato nel momento in cui scoppierà. Tutto ciò peggiora man mano che si entra in mercati azionari e obbligazionari ancora meno liquidi a livello globale”. In altri termini: sul banco degli imputati, questa volta, ci sarebbero gli investimenti passivi.

Cosa sono gli investimenti passivi?

La cultura finanziaria è fondamentale per riuscire a districarsi nella sempre più ampia selva oscura degli strumenti finanziari. Una distinzione importante è quella tra investimenti passivi e attivi. Nel secondo caso la gestione punta ad investimenti che permettano di ottenere rendimenti superiori a quelli del mercato (la classica espressione “battere il mercato”)  attraverso l’uso di specifiche strategie e grazie alla scelta di azioni e titoli in modo da sovraperformare gli indici di riferimento. Un classico esempio per indicare una gestione attiva è quello dei fondi comuni di investimento.

L’esatto contrario avviene per la gestione passiva che non vuole battere il mercato ma uniformarsi. In altre parole tende a cercare di ottenere lo stesso rendimento replicando un indice (il benchmark, ovvero il punto di riferimento. Un classico investimento passivo sono gli ETF (Exchange Traded Funds).

Il successo  dei passivi

Per quale motivo gli strumenti della gestione passiva stanno ottenendo tutto questo successo? A dare una mano è stato senza dubbio il fatto di risultare particolarmente economici, il che ha permesso una diffusione estrema. Tanto che adesso hanno ormai assorbito quasi la metà del mercato azionario, come ricordano da Bank of America Merrill Lynch. Non solo, ma il loro mercato, secondo Morningstar, ormai attinge da tutti i tipi di asset, compresi indici come S&P 500 o Russell 2000. Un problema che, come ha sottolineato sempre lo stesso Burry, peggiora nel momento in cui, invece di indici molto conosciuti, si prendono come riferimento benchmark meno liquidi. Anche Jeffrey Gundlach, CEO di DoubleLine Capital, ha confermato i timori definendo, quello degli investimenti passivi, una vera e propria mania.