La pizza rende felice chi la mangia e genera business a chi la produce. Il fatturato nel 2019 ha superato i 15 miliardi di euro. Nella giornata internazionale della pizza, si tirano le somme del business legati ad un simbolo culinario del Made in Italy. Si stima che in un solo giorno vengono preparate in Italia 8 milioni di pizze dalle forme disparate: rotonda, quadrata, con o senza “cornicione”, a tranci. Piace indistintamente a tutti e soprattutto l’arte dei pizzaioli napoletani è riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità.
Colonna portante dell’economia italiana
Mangiare pizza fa bene anche all’economia. Solo in Italia ci sono 127mila attività che preparano e servono la pizza. Lavorano circa 100mila addetti e nei weekend la cifra raddoppia.
Quale pizza mangiamo
La pizza preferita è quella tonda, cotta a legna nel forno a pietra come tradizione. Le più vendute sono la marinara, la margherita, la napoletana e la capricciosa che riescono ancora a tenere a distanza quelle più evolute preparate in modo gourmet.
Ma resta il fascino di mangiare quella fatta in casa cucinata con i consigli della nonna.
Tra farina, mozzarella, olio di oliva e pomodoro
Fare tante pizze vuol dire consumare ingredienti tutto l’anno: 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.
Le pizze più strane
Non mancano le pizze preparate in modo stravagante. Le ricette sono le più disparate che si allontanano dalla tradizione. Con ingredienti fantasiosi vengono preparate pizze ai frutti tropicali come ananas, banane o noce di cocco, con le interiora di pecore scozzesi, con la carne australiana di canguro e coccodrillo o quella di renna finlandese, fino alle versioni con insetti, dai grilli alle cicale e agli scorpioni.
Non sono gli italiani a mangiare più pizze
La pizza piace soprattutto agli americani. Consumano 13 chili a testa, poi vengono gli italiani con 7,6 chili all’anno, davanti a spagnoli, francesi e tedeschi.
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