La globalizzazione sopravviverà alla crisi economica?

crisi

La globalizzazione sopravviverà alla crisi economica? E’ una bella domanda, che al contempo ha una difficile risposta. Certo è che la globalizzazione non andrà via tanto facilmente. Anzi, forse la globalizzazione è qui per restare. Anche perché molto di ciò che abbiamo lo dobbiamo alla globalizzazione. Molti oggetti, disponibili a prezzi bassi, sono tali in virtù proprio di essa. Quindi è particolarmente difficile che scompaia. Soprattutto così, dalla sera alla mattina. Piuttosto, potremmo dire che si trasformerà. Anche perché nessun processo economico rimane lo stesso troppo a lungo.

Rimane comunque un dato di fatto. La pandemia ha provocato uno shock al sistema economico. Prima dal lato dell’offerta, con le chiusure dovute al lockdown. Poi da quello della domanda, col crollo del reddito, dei posti di lavoro e l’incertezza sul futuro. Il WTO ci dice che il commercio mondiale diminuirà. Di quanto? Le stime sono tra un -13% ed un -32%. Ovviamente questa diminuzione è da far risalire a quanto messo in atto dai vari stati. Chiusura delle frontiere, bando all’ingresso di stranieri. In pochi mesi la libera circolazione di merci, persone e capitali si è arenata. Quindi, la globalizzazione sopravviverà alla crisi economica?

La globalizzazione sopravviverà alla crisi economica?

Noi pensiamo che si reinventerà. Così come farà il capitalismo. E lo farà assumendo un volto diverso, per così dire. Anche perché quello di adesso vede dei chiari vincitori. Cioè la Cina ed i paesi emergenti, ma anche i ricchi del capitalismo occidentale. Ed anche dei chiari perdenti, cioè la classe media occidentale. Per quanto potrà essere così? La crisi economica riuscirà là dove neanche la Grande Crisi Finanziaria è riuscita? Cosa farà la globalizzazione?

Sulla globalizzazione pesano due preoccupazioni. Una è di natura politica, l’altra di natura economica. Entrambe gravitano intorno al concetto di catena del valore globale. Quest’ultima è in pratica la frammentazione delle produzioni. Che rende le manifatture molto interdipendenti tra i vari paesi. Con ciascuno che produce un pezzo di un prodotto, che poi viene assemblato altrove, magari. Rompere la catena non giova a nessuno, quindi.

Dimensione politica e dimensione economica

Partiamo dalla dimensione politica. La pandemia ha evidenziato come questa interdipendenza possa mettere a rischio la sovranità sanitaria di un Paese. Tutti ci ricordiamo l’esaurimento delle mascherine. Le promesse di fornirle, sempre mal mantenute. E la riconversione di molte fabbriche per produrle. Quindi, in futuro, alcune produzioni manifatturiere potrebbero non essere più prodotte all’estero. Soprattutto se venissero considerate strategiche in qualche modo. Veniamo a quella economica. E’ proprio la catena del valore globale, forse, il principale alleato della globalizzazione. Perché rompere la catena non giova a nessuno, come detto. Produrre in casa un bene che costa di più che all’estero non è una buona scelta. E’ il contrario del cercare di aumentare i ricavi aziendali.

Noi riteniamo che l’economia post-Covid possa essere diversa. Potrà subire una battuta d’arresto, sicuramente. Come molti altri aspetti della vita, sarà diversa da prima. Ma saprà reinventarsi, adattarsi e prosperare. Perché tanti e troppi interessi, ormai dati per assodati, sono in gioco.