La Puglia è una delle regioni che d’estate vengono vissute maggiormente dai turisti. Tutto in Puglia è declinato in base alle esigenze dei turisti. E quante volte ci siamo ritrovati a mangiare qualcosa al volo mentre ammiravamo il tramonto a Gallipoli? Tantissime! Oggi vogliamo parlare della frisella pugliese, un “biscotto” salato.
Perché “biscotto”
La frisella pugliese non è il classico prodotto da forno. L’impasto della frisella è di natura contadina e povera. Quando infatti scarseggiavano le riserve di grano, si ricorreva a farine meno raffinate e più grezze. L’orzo era una delle basi più utilizzate per fare la frisella e al suo interno si mescolavano acqua, lievito e sale. La forma della frisella è tipicamente circolare. Viene cotta una prima volta intera, poi tagliata in due e “biscottata” in forno, per far sì che la parte dentro venga fragrante e ben tostata.
La frisella pugliese, un “biscotto” salato
Per mangiare la frisella è necessario “conzarla” bene, cioè bagnarla molto con acqua e olio. Era il pasto principale dei pescatori e dei marinai, che la pucciavano anche nell’acqua di mare per ammorbidirla e consumarla più rapidamente.
Un condimento tipico della frisella è il suo pomodoro succoso, spremuto direttamente sulla base di pane che serve ad ammorbidire la frisella nella sua interezza. Alcune ricette più elaborate prevedono anche l’uso di pesce tipo alici o tonno e sono diventate un tipico pasto “gourmet” per alcuni posti dediti alla movida in Puglia.
Un altro uso tipicamente pugliese della frisella è usarla al posto dei crostini di pane nelle zuppe di pesce che tutti i giorni si servono nei ristoranti del litorale pugliese. La frisella infatti, per la sua doppia tostatura, si presenta molto bene come sostituto della bruschetta e dà al piatto un gusto più forte e corposo rispetto alla fetta di pane classica.
Questo è solo un assaggio di ciò che la cucina pugliese ha da offrire al turista. Se andate in Puglia, recatevi al primo forno nelle vicinanze, non ve ne pentirete.