La dipendenza da internet è un problema grave che sta interessando sempre più ragazzi italiani

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La Redazione di ProiezionidiBorsa si è occupata spesso di un problema serio e sempre più diffuso. Si tratta di una malattia definita nel 1995 dallo psichiatra Ivan Goldberg, una delle nuove forme di dipendenza che costringono il soggetto a un uso compulsivo della tecnologia. In modo particolare, come dice il nome stesso, l’abuso è rivolto a internet.

La dipendenza da internet è un problema grave che sta interessando sempre più ragazzi italiani. Le statistiche parlano chiaro. Internet conta al momento 4,57 miliardi di utenti attivi.

Ma qui non si parla semplicemente di un uso eccessivo. Si tratta proprio, invece, di qualcosa che può compromettere fortemente la vita delle persone. E modificarne le abitudini profondamente.

La maggior parte del tempo di chi è affetto da questa dipendenza si consuma navigando sul web. E questo dispendio energetico altissimo si ripercuote sulla sfera personale, sociale e lavorativa.

L’illusione della vita virtuale

Il fenomeno assume perfino aspetti inquietanti simili alle dipendenze da sostanze stupefacenti come tolleranza, craving e assuefazione. In gergo medico la IAD, o Internet Addiction Disorder, si focalizza su aspetti differenti di quello che la rete può offrire.

Esempi classici di queste dipendenze sono quelle da relazioni online, ludopatia su siti di gioco d’azzardo, shopping compulsivo, fruizione di materiale pornografico e chat per adulti, sovraccarico d’informazioni e dipendenza da videogiochi online.

L’illusione tipica è che la vita virtuale sia molto più gestibile e controllabile della realtà esterna, che – soprattutto in tempi di pandemia – può dare l’impressione di essere fuori dal proprio controllo.

La dipendenza da internet è un problema grave che sta interessando sempre più ragazzi italiani

Diversi studi hanno messo in evidenza come negli ultimi anni l’utilizzo di computer e smartphone è aumentato considerevolmente.

Diversi studiosi sottolineano come il fenomeno riguardi particolarmente gli adolescenti e si intrecci con il problema crescente dei “Neet” e degli “Hikikomori”. Un fenomeno complesso che rischia di portare i giovani a “disconnettersi” dalla realtà e dai suoi problemi per rifugiarsi nel virtuale. Molto più confortante.

Prevenire è molto difficile. Ma i professionisti possono offrire un supporto serio e a tutto tondo per cambiare le cose. Il tutto allo scopo di modificare le cattive abitudini che portano a cercare nel web i surrogati di quello che offre la vita vera. Con le sue complessità e i suoi problemi.