La curiosa storia di un plagio sfiorato

film d'animazione

C’era una volta un film d’animazione ambientato in Medio Oriente. I protagonisti sono una principessa spigliata, un sultano bonaccione, un ladruncolo e un Gran Visir malevolo. Questi elementi suscitano una sensazione familiare.
Unendo i puntini, potrebbe essere la curiosa storia di un plagio sfiorato.

Non parliamo infatti di Aladdin, ma di un’opera semisconosciuta, Il Ladro e il Ciabattino, la cui lavorazione ha impiegato quasi trent’anni. Dalla mente dell’animatore Richard Williams, nacque l’idea di un kolossal degno di una grande produzione e distribuzione. Se solo le cose fossero andate secondo i piani.

Il sogno e il grande incubo: la curiosa storia

Dopo anni trascorsi a lavorare sugli spot pubblicitari, Williams cominciò finalmente a dirigere corti animati. Tale il suo talento, che ricevette un Oscar per uno dei suoi primi lavori non commerciali, A Christmas Carol. Essendosi fatto conoscere, seguitò a reclutare artisti per il progetto successivo: Il Ladro e il Ciabattino.

Venerava l’animazione classica, realizzata a mano fotogramma per fotogramma. È facile immaginare quale ricerca maniacale richiedesse Williams a se stesso e ai suoi collaboratori per ottenere dei personaggi dinamici. Ogni guadagno nel campo della pubblicità era volto al progetto del Ciabattino.

I fondi restavano un problema: il progetto comprendeva così tante scene, che ci sarebbe voluto un centinaio di milioni di dollari per coprire il budget.

Chi ha incastrato Richard Williams?

Spielberg convinse Robert Zemeckis a includere Williams nella produzione di Chi ha Incastrato Roger Rabbit. L’animatore acconsentì, sperando di ottenere in cambio un aiuto alla distribuzione del Ciabattino.
Il lavoro di Richard Williams come direttore dell’animazione per il famoso e irriverente film a tecnica mista gli valse ben due premi Oscar. Nonostante questo, non si concretizzò la collaborazione sperata per il suo Il ladro e il ciabattino.

Williams riuscì a strappare un accordo con Warner Bros, che finanziò il progetto con la premessa di finire entro il 1991. Il film si stava rivelando un’impresa pachidermica. Molto sotto pressione, William non riuscì a finire in tempo.
Nel frattempo, era giunta voce che Disney stesse realizzando un film dall’ambientazione analoga al Ciabattino. Perfino i tratti distintivi di certi personaggi erano del tutto simili a quelli ideati da Williams.

Ormai la produzione era in ritardo, era una corsa contro il tempo, e Warner decise di accelerare verso una conclusione.
Nel 1992, Il Ladro e il Ciabattino era una versione molto raffazzonata, così la produzione rinunciò al progetto.

Gli anni passano

Aladdin era uscito nelle sale col plauso mondiale; ormai l’idea di Williams ne sembrava una scopiazzatura.
Miramax, una costola del colosso con le orecchie da topo, rilevò il Ciabattino, tagliuzzandolo e distribuendolo col nome di Arabian Knight. Censurato e malmenato, il capolavoro inconcluso del canadese restò, nonostante i tentativi di restituirgli la dignità, un sogno mutilato.
Si può parlare di ispirazione o di plagio? In tal caso, sarebbe la curiosa storia di un plagio sfiorato e soprattutto la storia di un film sfortunato.

La riscoperta italiana dello sfortunato film d’animazione

Il lungometraggio è stato recuperato da doppiatori e youtuber italiani che, durante il lockdown, ne hanno curato una nuova versione, disponibile gratuitamente su YouTube.

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