La app “Immuni” sotto la lente del COPASIR (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica)

arcuri

Insomma, la app immuni e’ in via di diffusione  e l’utilizzo iniziera’ a breve ma i fondamentali relativi alla sua sicurezza non sono stati ancora resi noti. Il primo ente istituzionale a crearsi il problema e’ stato il Copasir che ha chiesto chiarezza al Commissario Arcuri su aspetti imprescindibili. In particolare, l’applicazione sara’ facoltativa ma chi non la scarichera’ sara’ soggetto a limitazioni negli spostamenti. Questa forma di incentivo dovrebbe garantire l’utilizzo della app da parte di almeno il 60% della popolazione, percentuale sufficiente affinche’ essa funzioni. Tuttavia, la lente di ingrandimento della Copasir si e’ posata su come si sia arrivati a scegliere la societa’ che ha creato l’app. Si chi chiede, inoltre, quali siano le garanzie da essa prestate a tutela della sicurezza delle persone. Infatti, per chi non lo avesse capito, quella relativa alla gestione dei dati personali dei cittadini, e’ una questione di sicurezza nazionale.

Come si e’ giunti alla app?

La societa’ che ha creato l’app si chiama Beending Spoons di Milano (con una sede anche in Danimarca), fondata da 48 soci. Tra essi, anche i tre figli del senatore Silvio Berlusconi. La societa’ sarebbe stata scelta da un gruppo di lavoro nominato dal Ministro per l’innovazione, tra le circa 300 proposte arrivate. Essa, avrebbe fin da subito manifestato la volonta’ di concedere il codice sorgente e tutte le componenti applicative del sistema alla Presidenza del Consiglio e al Commissario Arcuri. Il tutto, con licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua. Ma, a parte il fumo negli occhi, interessa sapere, cosi’ come al Copasir, come vengono gestiti.

I dati, come vengono conservati e quali sono le garanzie sottese al loro utilizzo.

In altri termini, occorrono sicurezze a che i dati non andranno a finire nelle mani di “chiunque”, cioe’ di soggetti non autorizzati. Occorre, pertanto, al piu’ presto fare chiarezza sul come la societa’ produttrice sia stata selezionata, perche’ e’ anche sul “chi sei” che si gioca la sfida di verita’. Bisogna, inoltre, capire bene e diffondere informazioni sul come opera e quali garanzie offra in punto di tutela dei dati delle persone. Garanzie, che , naturalmente, non devono essere solo morali ma anche economiche.

E’ necessario, inoltre, sapere come si impedira’ che i dati possano essere diffusi e ancora peggio trasferiti, contrariamente allo scopo specifico per cui l’app e’ stata realizzata. Insomma, prima di procedere con l’utilizzo dell’applicazione, si esigono fatti, non mere parole di conforto. Perche’ di problemi ne abbiamo avuti e ne stiamo avendo gia’ abbastanza. Quindi, vada pure il Cosapir al riscontro di cio’ che si trova sotto la lente ed ingrandisca bene dati e cifre. Al primo dubbio o anomalia intervenga o allerti le altre Autorita’ competenti. Smentiamo, quandi, il mito, tutto italiano secondo cui qui le cose “si fanno all’acqua di rosa”!

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