Mentre ad ogni nuovo dato le criticità dell’economia francese emergono sempre di più l’Italia sta attraversando, da almeno due, settimane una fase corroborante.
La cosa che stupisce è che a livello mediatico fanno sempre e solo clamore i dati negativi e ben poco spazio viene lasciato per evidenziare numeri positivi.
La nostra economia insomma si sta ribellando a chi la voleva bollita e in coda alla carovana UE.
Se escludiamo il famoso debito pubblico, vecchio di decenni, oggi come oggi l’Italia è ben lungi dall’essere in coda al gruppo.
Tanto meno meritiamo il trattamento fino a poche settimane fa riservatoci sullo spread.
Molto bene le vendite al dettaglio in Italia
Oggi in particolare le soddisfazioni sono venute dalle vendite al dettaglio.
Segnale importante e concreto delle dinamiche di fiducia e disponibilità finanziarie dei consumatori.
Vendite al dettaglio italiane (Annuale) (Nov) | 1,6% | 1,6% | |||||
Vendite al dettaglio italiane (Mensile) (Nov) | 0,7% | 0,2% | 0,2% | ||||
Asta di OAT francesi con scadenza a 10 anni | 0,68% | 0,82% | |||||
Asta di BOT italiani con scadenza a 12 mesi | 0,285% | 0,370% |
Su base annua è stato confermato un più che dignitoso +1,6%.
Tanto più apprezzabile visti i segni meno di altre nazioni raccontati in precedenza.
Su base mensile si è poi registrato il “colpaccio” delle vendite al dettaglio in Italia: un significativo +0,7% che ha battuto di oltre tre volte il consensus e la rilevazione precedente , entrambi posti a +0,2%.
Visto che i numeri si riferiscono a novembre, in piena crisi dello spread, assumono una valenza doppia.
Quasi che gli italiani si stessero ribellando al proprio ruolo di vittime sacrificali incrementando i consumi anziché frenarli come spesso capita nelle situazioni critiche.
Sarà interessante anche la verifica sul dato di dicembre.
Mese di calendario favorevole alle vendite e nel 2018 discretamente più rasserenato rispetto ai mesi precedenti.
BOT, BTP e OAT destini diversi e inspiegabili
Come vediamo dalla tabella sopra oggi sono proseguiti i cali dei rendimenti dei titoli di stato sia in Francia che in Italia.
I BOT annuali a 0,285% di rendimento sono un’ ottima notizia per il nostro Ministero del Tesoro.
Segnale che si è avviato un percorso di una ritrovata fiducia nell’Italia da parte degli investitori.
Ora vedremo le conferme dalle prossime aste dei BTP.
Certo se i rendimenti di BOT e BTP proseguiranno la discesa all’unisono potremmo definitivamente accantonare, salvo fatti straordinari, l’ ipotesi di italica crisi nel 2019 e anche oltre.
Quello che continua a lasciare perplessi è il calo dei rendimenti degli OAT decennali francesi che a +0,68% rendono circa due punti in meno dei corrispondenti BTP italiani. Una esagerazione.
In fin dei conti la manovra francese è molto più onerosa come debito corrente di quella italiana.
Non solo. Come visto sopra i dati macroeconomici francesi da settimane sono sotto la soglia di ogni parvenza di crescita.
Il debito pubblico, o meglio l’entità dei debiti pubblici era nota anche al momento della nascita dell’euro come moneta comune.
Un po’ di spread BTP/OAT ci sta ma così pare davvero eccessivo!
Non si capisce perché questo fardello debba continuare ad incidere così significativamente ignorando i trend in corso.
Tanto più che nei giorni scorsi abbiamo segnalato il calo del debito italiano e pertanto non stiamo parlando di un fenomeno di brevissimo periodo.
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