In questo articolo di ieri ho evidenziato il rischio che corre l’immagine del nostro Paese. Ma a rischio potrebbero essere anche alcuni fondamentali capisaldi dello Stato di diritto e ci si chiede anche se le misure sanitarie in Italia siano inefficaci.
La pandemia ha indubbiamente limitato, per diverso tempo, alcune fondamentali libertà personali, come la libertà di movimento.
Ed ora provvedimenti ancora peggiori potrebbero essere adottati, soprattutto in ambito sanitario.
Italia: a rischio anche lo Stato di diritto e misure sanitarie inefficaci?
Talora capitano strane circostanze, come se il destino si divertisse a far convergere situazioni legate da particolari fili rossi.
Proprio ieri parlavo di alcuni fondamentali diritti di libertà e ieri è morta Raffaella Carrà, che non era solo considerata la soubrette, regina della televisione italiana, ma un’icona in materia di richiamo ad alcune fondamentali libertà personali.
In questi giorni si discute peraltro, a torto o a ragione, del disegno di legge Zan, secondo taluni elemento di negazione della libera espressione del pensiero, secondo altri strumento di difesa da arbitrarie ingerenze nelle scelte personali dei singoli.
Sono circostanze legate da un filo rosso, quello della discussione su alcuni fondamentali diritti, a prescindere dalle opinioni se certe iniziative vadano nella direzione di una maggiore libertà o di inaccettabili restrizioni.
Ma una nuova proposta emerge in campo sanitario e potrebbe incidere non poco proprio su alcuni fondamentali diritti del cittadino.
Potrebbe, questa nuova ipotesi, mettere a rischio lo Stato di diritto?
Ma non è di Raffaella Carrà o del disegno di legge Zan, che intendo parlare in questo articolo.
Ma di una ipotesi, che riguarda aspetti rilevanti delle nostre libertà, e che potrebbe trasformare in veri e propri reclusi alcuni cittadini, senza alcuna colpa.
Vediamo di cosa si tratta.
L’ipotesi avanzata da taluni è quella, a fronte della libertà di vaccinarsi o meno, di obbligare al lockdown coloro che non si vaccinano.
Vediamo quindi perché una tale ipotesi viola pesantemente lo Stato di diritto.
Violazione della libertà individuale
Se fosse adottata una tale misura, non saremmo più di fronte ad un mero strumento emergenziale, per contrastare il diffondersi del virus.
Una tale restrizione rischierebbe, infatti, di divenire permanente, a fronte di una situazione endemica, come la classica influenza.
E quella che ora rappresenta una libera scelta, si trasformerebbe in un obbligo permanente.
È infatti evidente che sussiste un obbligo, tutte le volte che la sua inadempienza viene sanzionata o comporta comunque conseguenze giuridiche.
Ma c’è di peggio
In questo caso non saremmo però di fronte solo ad una scelta obbligata, se così vogliamo definirla.
Il rischio, infatti, evidentemente non tenuto in debita considerazione dagli ideatori di tale ipotesi, è che non sia possibile una scelta.
Ne conseguirebbe l’applicazione di una sorta di condanna agli arresti domiciliari, senza neppure poter scegliere.
Non bisogna infatti dimenticare che, anche a prescindere da rischi generici, legati alle somministrazioni vaccinali, non tutti possono liberamente scegliere se sottoporsi o meno a vaccinazione.
Gli stessi foglietti illustrativi dei vaccini indicano particolari controindicazioni per chi si trova in determinate situazioni.
Come, ad esempio, coloro che già abbiano presentato particolari reazioni in occasione di precedenti vaccinazioni.
O coloro che siano affetti da particolari patologie.
Proprio recentemente, ho assistito al caso di una persona che, pur trovandosi in casa di cura, si è ritenuto che corresse particolari rischi, se vaccinata.
Pertanto, per tutti costoro, neppure vi sarebbe una scelta tra vaccinazione ed obbligo di restare in casa, ma questa seconda sarebbe una scelta obbligata.
Un parallelo con tragiche situazioni
La memoria storica non può non cogliere un parallelismo con tragiche situazioni storiche, in riferimento a periodi in cui i diritti venivano meno per determinate categorie di persone, in base all’etnia, o al credo politico, non in base alle proprie azioni.
In questo caso, un fondamentale diritto di libertà, caposaldo di ogni autentico Stato di diritto, verrebbe meno in base a certe condizioni mediche.
Puoi vaccinarti, bene.
Non puoi farlo, devi stare agli arresti domiciliari.
La differenza rispetto al precedente lockdown e la Costituzione
La differenza, rispetto al precedente lockdown, consisterebbe essenzialmente nell’applicare tale misura solo ad una determinata categoria di persone, ma a tempo indeterminato. E se la pandemia diviene endemia?
Sarebbero gli arresti domiciliari a vita.
Ma se una misura come il lockdown già è stata considerata incostituzionale da diversi esperti della materia, questa lo sarebbe in misura ancora maggiore.
Le situazioni emergenziali, in presenza delle quali la Costituzione consente una limitazione di alcuni diritti, devono essere appunto tali.
Certamente non è costituzionale pensare ad una limitazione senza limiti di tempo, e già lo stato di emergenza, come approntato dal nostro legislatore, è stato considerato incostituzionale da diversi giudici.
Non a caso diverse sanzioni, applicate per violazione delle pregresse misure restrittive, sono state annullate in sede di ricorso.
Non va infatti dimenticato che uno stato emergenziale si definisce tale innanzi tutto in base alla limitazione temporale della sua durata.
Misure emergenziali che non tengano conto di tale fattore non possono più essere considerati tali, in palese violazione della nostra Costituzione.
L’hanno detto diversi giudici, e non dobbiamo mai dimenticarcene.
Fortunatamente abbiamo una Costituzione che difende alcuni fondamentali diritti, con norme che vengono applicate anche direttamente dai giudici.
Ipotesi di fallimento?
Non solo una tale ipotesi deve essere considerata manifestamente infondata sotto il profilo giuridico, ma evidenzia anche i notevoli limiti di efficacia della campagna di vaccinazione in atto.
Infatti, accanto all’ipotesi di un lockdown riservato ai non vaccinati, si è andata diffondendo anche l’ipotesi, in questi ultimi giorni, di un nuovo lockdown generalizzato.
È l’ennesima dimostrazione dei consistenti limiti della campagna di vaccinazione che, se funzionasse, non indurrebbe taluni a richiedere addirittura un nuovo lockdown generale.
Secondo taluni esperti, infatti, questa campagna non sta proteggendo la popolazione dai rischi delle nuove varianti. Tesi dal sottoscritto peraltro sempre sostenuta.
Ed allora è come se il vaccino non ci fosse. Un certo grado di protezione parrebbe, comunque, sussistere, ma non in misura sufficiente ad evitare, secondo questi studiosi, la necessità addirittura di un nuovo lockdown generalizzato. Pertanto quello destinato solo a chi non si vaccina sarebbe comunque inutile e verrebbe, in ogni caso, completamente minata l’ipotesi di chi puntava sulle vaccinazioni come strumento di protezione di massa.
Le obiezioni
Occorre però considerare che non ci troviamo nella stessa situazione del primo lockdown, sotto il profilo giuridico.
Infatti la magistratura ha già sottoposto al vaglio le sanzioni applicate in violazione delle misure restrittive, come sopra ricordato.
E, sotto tale profilo, evidenziate le violazioni costituzionali, di cui sopra.
È quindi evidente che nuove misure restrittive non potrebbero che essere limitate nel tempo.
E non è neppure un caso che una schiera di altri esperti si sia invece fermamente opposta anche a tale ipotesi di lockdown generalizzato, rilevandone peraltro la sostanziale inapplicabilità.
Conclusioni
A proposito di rischio per lo Stato di diritto in Italia e di misure sanitarie inefficaci, abbiamo in questo articolo richiamato soprattutto due ipotesi di nuovo lockdown, avanzate da alcuni esperti. Quello riservato a non vaccinati e quello generalizzato.
Al contempo abbiamo evidenziato diversi profili di criticità e di palese illegittimità che queste misure comporterebbero, unitamente alla ennesima conferma di alcune nostre ipotesi sulle prospettive della pandemia e sui limiti di efficacia ormai evidenti, date le proposte di nuovo lockdown, della campagna di vaccinazione.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“