Non è servito il cambio di Governo, infatti l’ISTAT ha nuovamente reiterato le proprie preoccupazioni riguardo allo stato di salute dell’economia italiana.
Non solo le aspettative sono e restano quelle di una prosecuzione di questa fase di debolezza.
Questo quadro fosco si evince dal consueto appuntamento con la “Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana”.
L’istituto centrale di statistica,si avventura anche nel cercare di spiegare le cause di questo stato di cose.
In particolare sono stati evidenziati tre elementi che incidono a livello globale e quindi anche sull’Italia:
- i dazi imposti dagli Stati Uniti,ora pare anche verso l’UE, e relative contromisure
- i consueti problemi geopolitici potenzialmente destabilizzanti
- il rallentamento dell’economia cinese.
ISTAT: comunque primo semestre col segno più in Italia
Nel primo semestre 2019 comunque l’ISTAT ha confermato i miglioramenti sul piano della disoccupazione.
Dati che “si sono riflessi sull’andamento favorevole del reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici, traducendosi in un aumento del potere d’acquisto e della propensione al risparmio”.
Grazie a questa ripresa occupazionale si sono rivisti i conti e di conseguenza i dati sul PIL italiano si sono posizionati per entrambi i primi trimestri dell’anno a +0.1%
Preoccupazioni dall’industria
Tra i fattori negativi, l’ISTAT ha evidenziato l’andamento delle produzione industriale che come abbiamo visto stamani sulla Germania è fenomeno diffuso nell’ UE.
In Italia la Produzione industriale a luglio ha fatto registrare il secondo calo congiunturale consecutivo.
Anche l’andamento dei prezzi si è confermato debole “sia nella misura complessiva sia in quella di fondo”.
E questa, al di là della lettura che va a confermare la debolezza della congiuntura, non è però solo una cattiva notizia…
Poco significativi come sempre sono gli svolazzanti dati sulla fiducia il cui trend ottimistico pare comunque essersi arenato dopo la crisi di Governo.
Magre prospettive per il futuro
Gli indici di anticipazione non segnalano novità per i prossimi mesi.
L’ISTAT rileva come l’indicatore anticipatore riferito all’Italia “ha mantenuto un profilo negativo, suggerendo il proseguimento della fase di debolezza dei livelli produttivi”.
Insomma nulla di nuovo, l’Italia resta fortemente agganciata alle sorti dell’UE e più in generale allo sviluppo globale.
Sarebbe però importante che non fosse così facile per le aziende italiane trasferire all’estero la sede fiscale.
Ma di questo parleremo prossimamente.
Approfondimento
Cos’è l’ ISTAT?