Iran e nuovi equilibri strategici e di convenienza

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Quella di ieri è stata una giornata storica: con la rimozione ufficiale delle sanzioni all’Iran, il paese mediorientale torna a giocare un ruolo determinante nello scenario internazionale e regionale.

Ma i primi effetti non tardano a farsi sentire. Le quotazioni del greggio, in particolare quelle del contratto scambiato a Londra, sono scese ulteriormente verso quota 28 $/barile per il Brent e rimangono poco sopra i 30 $/barile per il West Texas Intermediate. Con l’approfondimento dello spread tra i due contratti, generalmente sempre positivo (salvo rare eccezioni ndr) in favore del contratto scambiato al LME, si accentuano anche i timori circa un ulteriore affondo delle quotazioni verso livelli ancora più bassi. Le posizioni speculative degli operatori si fanno ulteriormente pesanti puntando su un ulteriore discesa delle quotazioni verso i 20 $/barile, target ancora lontano, ma non più impensabile.

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Sul fronte geopolitico, se da un lato si apre un nuovo fronte di lotta al terrorismo integralista di Daesh con l’Iran che cerca di guadagnare il proprio posto di rilievo come guida sciita nella regione anche attraverso la collaborazione con la coalizione internazionale contro i terroristi.

Un forte colpo che si avvertirà soprattutto a livello di equilibri nel medio oriente già messo in evidenza dall’andamento delle borse arabe durante il week end soprattutto quella dell’Arabia Saudita con Riyad che perde oltre il 5% e conferma i timori circa una forte perdita di potere nella regione a causa del ritorno Iraniano sulla scena internazionale e per effetto dell’ulteriore pressione che Teheran metterà sulle quotazioni del greggio immettendo il proprio petrolio.

Sul fronte asiatico, dopo il dato incoraggiante sulla produzione industriale giapponese e quello altrettanto positivo sui prezzi delle case in Cina, tutti gli occhi saranno puntati questa notte sul PIL di Pechino che potrebbe mettere fine, in positivo o in negativo, alle speculazioni che stanno guidando il terremoto sui mercati di questi ultimi giorni.

 

Market Movers

02:30 Cina Indice prezzi case a/a cons. prec. 0.9%

05:30 Giappone Produzione industriale a/a cons. 1.6% prec -1.4%

10:00 Italia Bilancia commerciale cons. 3.8b prec. 4.81b

 

EURUSD

La settimana di contrattazioni in Europa si apre per la moneta unica in un clima ancora contrastato e guidato dalla performance dell’azionario. Attestandosi in area 1.0890, il rapporto tra euro e dollaro statunitense, sembra voler mantenere il momento laterale ad oltranza e comunque anche per la giornata odierna che vede gli Stati Uniti chiusi per la festività del Martin Luter King’s day. Inoltre, dopo i profondi affondi delle borse in questa prima parte dell’anno in corso, c’è una forte predisposizione sul mercato ad attendere ulteriori spunti soprattutto dalla performance cinese in uscita questa notte, lasciando gli scambi per la giornata di oggi in balia della lateralità.

 

GBPUSD

La sterlina inglese sembra non conoscere tregua dopo l’affondo della scorsa settimana che ha portato il cable in area 1.4270 salvo poi stornare verso quota 1.43 in apertura di sessione in Europa, ancora caratterizzata da mercati azionari deboli. Nonostante il tentativo di rimbalzo dopo la debacle dei giorni scorsi, l’outlook dell’economia britannica è comunque deteriorato con ovvie conseguenze anche sulle quotazioni della sterlina che non dovrebbe scostarsi significativamente nemmeno nella giornata di oggi dal livello di 1.43. Pesano infatti la chiusura di Wall Street e la forte attesa per i dati cinesi in uscita questa notte.

 

USDJPY

La settimana si apre in un clima di sostanziale lateralità per lo yen giapponese che permane sui massimi relativi di periodo in area 117.00 dopo l’apertura che corregge i massimi in area 116.70. Complice sia l’andamento del mercato azionario nipponico con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che perde il 1.12% durante la sessione asiatica, lo yen torna a mantenere la propria attrattiva come valuta rifugio in un momento ancora caratterizzato dall’incertezza. Buoni i dati sulla produzione industriale del Sol Levante oltre a quelli cinesi sui prezzi delle case, che tuttavia non sono sufficienti a creare direzionalità sul cambio USDJPY che rimane in fase attendista per i dati sul PIL cinese in uscita nella notte tra oggi e domani.

Emanuele Rigo