La crisi arrivata con la pandemia da Covid-19 ha messo a terra tutte le nazioni. Anche se con tempistiche differenti. In casi come questi, però, la resilienza e la velocità di reazione sono essenziali. Per questo, analizzando la situazione, tra Stati Uniti ed Europa sono i primi ad avere la meglio quando si parla di ripresa. Ma è il caso di investire nell’economia Usa? Il parere degli analisti
I dati macro
Prima di tutto è bene precisare una cosa: allo stato attuale dei fatti Washington non può certo vantare prospettive favorevoli. Se non altro in virtù di quei 26 milioni di disoccupati che minacciano la stabilità sociale. La stessa messa sotto pressione dalle sempre più numerose proteste contro il lockdown, blocco totale che vede tra i suoi nemici anche il presidente Usa Donald Trump. A questo si aggiungano anche i dati macro sconfortanti riguardanti le vendite al dettaglio che a marzo, come era facile immaginare, sono crollate drasticamente. Da qui la domanda: investire nell’economia Usa? Il parere degli analisti si divide.
Investire nell’economia Usa? Il parere degli analisti
Da un lato c’è chi, come ha fatto Goldman Sachs, analizza il tasso di disoccupazione e il Pil proiettando al 15% il primo e a -34% il secondo nel secondo trimestre del 2020. A questo si aggiunge un livello di risparmio estremamente risicato per le famiglie. Infatti i tassi ai minimi visti negli ultimi tempi hanno spinto molti a spendere più di quanto guadagnato. Risultato: il debito privato è arrivato a 14 trilioni nel 2019. In tutto questo è difficile capire quando le cose potranno cambiare. Ci ha provato Morgan Stanley che ha stimato i tempi in circa un anno. Sempre in vista, però, di un vaccino valido. Ftrump
Guardare i fondamentali
Alla domanda investire nell’economia Usa? Il parere degli analisti più ottimisti, invece risponde semplicemente paragonando quest’ultima ad un titolo su cui investire. Le dinamiche sono sempre le stesse: guardare i fondamentali. E in questo caso i fondamentali di Washington sono senza dubbio rassicuranti. Diversa, invece, la questione per l’Europa che, sempre più divisa e con insofferenze interne sempre più forti, si trova quanto mai disorientata sul da farsi. Invece al Congresso già si parla di un piano in tre step per far ripartire la macchina produttiva. Da parte sua, inoltre, Trump ha confermato che 29 stati hanno tutte le carte in regola per abbandonare le chiusure forzate. Ultima nota: la Federal Reserve, che si riunirà mercoledì per fare il punto della situazione, ha preso provvedimenti molto più ampi e immediati rispetto alla Bce.