Chi, esattamente un anno fa, decise di puntare in Borsa sul Covid-19 e l’universo vaccini, è probabile abbia tratto dei guadagni. Nel mentre le Borse di mezzo mondo crollavano, i titoli legati alle realtà big pharma e biotech si difesero molto bene o addirittura imboccarono la via del rialzo.
Detta diversamente, fu uno degli investimenti “azzeccati” targati 2020. Tuttavia, dietro ogni trend di successo ci sono sempre dei perché. Non si tratta mai, infatti, di andare ad indovinare la dinamica del relativo sottostante. Sarebbe come una scommessa al casinò.
Ora, con riferimento al 2021 ci chiediamo se investire nei vaccini sarà ancora il grande affare per il piccolo risparmiatore.
Cosa guardare prima di investire
In questa sede cercheremo di avere un approccio simile a quello del c.d. buon padre di famiglia. Non imposteremo quindi la discussione avvalendoci dell’analisi tecnica, ma mettendo a fuoco certi parametri chiave alla base di un simile investimento.
Cosa dovrebbe spingere un risparmiatore a investire una piccola parte dei propri risparmi in big pharma e biotech? Gli elementi principali da considerare sono:
a) i programmi di spesa pubblica (nazionali e non) nel settore farmaceutico, della robotica e ricerca, della diagnostica, simili;
b) il peso del fatturato legato al Covid sul totale del fatturato complessivo dell’azienda quotata considerata;
c) l’evoluzione stessa della pandemia a livello locale e mondiale;
d) le singole dinamiche interne alle aziende interessate;
e) l’analisi grafica (che noi tuttavia abbiamo detto tralasceremo in questa sede).
Ma investire nei vaccini sarà ancora il grande affare per il piccolo risparmiatore?
L’investitore consapevole sa bene che il grafico (meglio: il suo prezzo di mercato) sconta sempre tutto. In sostanza, in Borsa gli operatori prezzano in anticipo quella che verosimilmente sarà una situazione più o meno futura.
Ora, da un lato è evidente che con il passare dei mesi da un lato ci saranno sempre più vaccini disponibili e sempre più efficienti. Con il passare del tempo è innegabile che la ricerca scientifica e farmacologica non potrà che fare progressi.
Dall’altro, la platea dei vaccinati aumenterà sempre più. Si spera infatti che nell’arco di qualche semestre si possa porre la parola fine.
Morale: se il core business dell’azienda X è fortemente legato alla dinamica Covid, le oscillazioni di Borsa del suo titolo potrebbero essere violente. Sia al rialzo che al ribasso. In questi casi, infatti, il peso della pandemia su quei fatturati determina il bello e il cattivo tempo della relativa azione.
Meno marcate (almeno in linea di principio) dovrebbero essere le fluttuazioni di quei titoli big pharma e biotech diversificati in termini di campi di attività. La diversificazione operativa dell’azienda X fungerebbe da (relativa) protezione al trend di Borsa del suo titolo.
Diversificare sempre
Siamo partiti dal quesito se investire nei vaccini sarà ancora il grande affare per il piccolo risparmiatore. Ancora, abbiamo detto che il nostro sarebbe stato l’approccio tipico del buon padre di famiglia. In ossequio al proposito chiudiamo allora con due raccomandazioni.
La prima, diversificare sempre i propri investimenti. Il principio vale sia in termini di asset allocation che di area geografica di riferimento. Per un piccolo risparmiatore esporsi su un singolo titolo può rivelarsi pericoloso.
La seconda discende direttamente dalla prima. Per chi dispone di capitali limitati e intenda cavalcare questo business, forse la strada maestra sarebbe quella dell’ETF o dei fondi comuni d’investimento a tema.
In entrambi i casi, infatti, con capitali limitati ci si garantisce tuttavia un elevatissimo grado di diversificazione.
Ecco dunque illustrato se investire nei vaccini sarà ancora il grande affare per il piccolo risparmiatore nel 2021. Infine, nell’articolo di cui qui il link illustriamo gli errori da non commettere in Borsa nei prossimi anni. Uniti a più di una strategia, facile e replicabile, per guadagnare realmente sui mercati nel medio-lungo termine.