WhatsApp è l’app di messaggistica istantanea più utilizzata al mondo. Nonostante i recenti problemi che hanno riguardato la sua nuova politica sulla privacy (per informazioni si veda questo link), la sua diffusione non si arresta.
Non solo su WhatsApp, ma anche all’interno di altre piattaforme social si è soliti creare dei gruppi più o meno numerosi. Si tratta di gruppi tra amici, tra colleghi di lavoro o di università, tra compagni di scuola e di sport. In realtà, potrebbe anche trattarsi di gruppi di persone che non si conoscono personalmente ma condividono uno specifico interesse.
In questi casi, si scambiano informazioni e link utili o divertenti, ma qualcosa potrebbe andare storto.
Insultare qualcuno in un gruppo di WhatsApp può avere delle conseguenze molto gravi
Capita che a volte nascano dei dissapori tra persone iscritte ad uno stesso gruppo telematico, tali per cui si finisce per insultarsi. Ecco, in situazioni come queste si è già giunti all’apice del nervosismo e la situazione può sfuggire di mano.
Di norma, le offese nei confronti di qualcuno rientrano nell’ingiuria, che ha natura di illecito civile dopo l’abrogazione della norma incriminatrice nel 2016. Rispetto a qualche anno fa, chi offende qualcuno non (sempre) rischia il carcere, ma il pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento.
Bisogna però fare un appunto a proposito dei gruppi creati nelle varie piattaforme social.
Un conto è rivolgere l’offesa direttamente alla vittima, un altro è farlo alle sue spalle. Ci spieghiamo meglio.
Cosa ha detto la Cassazione
Di recente, la Corte di Cassazione ha precisato in quali casi si ha a che fare con l’ingiuria e in quali, invece, con la diffamazione. Proprio la diffamazione, diversamente dall’ingiuria, è un reato che prevede la pena della reclusione fino a un anno e la multa fino a 1032 euro.
Gli Ermellini hanno specificato che la differenza tra i due illeciti risiede nei soggetti a cui è rivolta l’offesa nei confronti della vittima. Se la discussione si svolge tra il reo e la persona offesa, allora si configurerà l’ingiuria. Se invece l’offesa è rivolta a terzi e in assenza della vittima, vi sarà diffamazione. In questo secondo caso, però, è necessario che al gruppo siano iscritti il reo, la vittima e almeno altre due persone.
Ecco il motivo per cui insultare qualcuno in un gruppo di WhatsApp può avere delle conseguenze molto gravi e bisogna stare sempre attenti.