Non è facile accorgersi di avere la pressione alta perché nella maggior parte dei casi non compaiono particolari disturbi. E anzi spesso si scopre di avere valori troppo alti di pressione quando il medico curante la misura o in occasione di crisi ipertensive. Diversamente da quanto accade per altre patologie con una sintomatologia rilevante è proprio la mancanza di segnali evidenti a rendere ancor più pericolosa l’ipertensione. Alla lunga però dopo circa 10 o 20 anni iniziano a manifestarsi le conseguenze negative della pressione alta sull’apparato cardiaco e sulla circolazione. Gli esperti ci ricordano quanto deve essere alta la pressione minima e massima in base all’età e come abbassare i valori in 5 minuti. Quando la condizione di ipertensione non si manifesta attraverso chiari sintomi conviene sottoporsi a misurazioni frequenti.
Ciò consente al paziente di monitorare anche quotidianamente o più volte al giorno l’eventuale insorgenza di sbalzi pressori. In tal modo si potrebbe capire se alcuni particolari fattori o abitudini favoriscono l’innalzamento dei valori. Ad esempio pochi sanno quanto la caffeina fa alzare i valori della pressione arteriosa e quanti caffè può bere chi soffre di ipertensione. E che non sempre dopo aver abusato di alcune bevande eccitanti o in particolari situazioni si avvertirà nausea, vertigini o mal di testa. Ciò nonostante insieme a ronzii e sudorazione i picchi di pressione oltre i 140mm/Hg si riconoscono da questo sintomo. E accade assai di frequente che lo si sottovaluti e lo si attribuisca ad un eccesso di stress e stanchezza.
Insieme a ronzii e sudorazione i picchi di pressione oltre i 140mm/Hg si riconoscono da questo sintomo
Più che ignorare il sintomo conviene pertanto controllare pressione sistolica e diastolica in modo costante. E ciò soprattutto se dovessero verificarsi fenomeni particolari relativi alla vista, come l’offuscamento o la comparsa di fosfeni. Quest’ultimo indica una specifica sensazione visiva per cui si vedono lampi di luce o scie luminose di diversi colori anche stando ad occhi chiusi. Recenti studi hanno dimostrato una stretta relazione tra questo fenomeno ottico e l’ipertensione vascolare. Dalle ricerche emerge infatti che la variazioni del flusso sanguigno hanno un’incidenza sulla sensibilità percettiva degli stimoli visivi. Non sempre le fotopsie indicano la presenza di patologie retiniche preoccupanti sebbene nelle forme più gravi possano compromettere la capacità visiva. In molti casi tali flash di luce sono causati da valori elevati di pressione arteriosa che esercita una pressione forte anche sulla retina.
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