Inflazione incoerente: effetti sui Mercati

ProiezionidiBorsa

Sarebbe una vera beffa se, proprio nella fase più critica del ciclo economico dopo la ripresa post 2008 l’inflazione rialzasse la testa.

Abbiamo a che fare con una BCE e una Commissione che hanno adottato un approccio restrittivo anche quando una inflazione totalmente assente avrebbe favorito ben altro, figuriamoci se qualcosa dovesse smuoversi sui prezzi.

Sia chiaro che quello che vediamo nella tabella sottostante è tutt’altro che una inflazione cattiva.

Ciò che stupisce è il rialzo, seppur marginale, dei prezzi in una fase tutt’altro che brillante dell’economia.

Vediamo i dati in tabella:

Principali prezzi al consumo (Indice annuale) 1,1% 1,0% 1,0%
IPC (Annuale) (Gen) 1,4% 1,4% 1,6%

 

Aumenta l’indice principali prezzi al consumo

L’indice è uscito a +1.1% contro un consensus bloccato a +1% come nella rilevazione precedente.

Deve essere chiaro che la debolezza dell’euro può certamente avere inciso in questo piccolissimo balzo.

E però altrettanto evidente che se questo si realizza a consumi fermi e produzione in calo stiamo parlando di una mini inflazione.

L’idea è che, destinando una montagna di liquidità principalmente alle banche tramite il QE e suoi derivati, la BCE abbia favorito questa stessa situazione che dichiara di combattere come propria mission principale.

La destinazione delle risorse nel ciclo produttivo

Senza essere degli economisti da premio Nobel, pare evidente che la ricetta più semplice per rilanciare l’economia sia quella di immettere le risorse direttamente nel ciclo produttivo.

Tramite vantaggi fiscali, finanziamenti pubblici o opere pubbliche il rilancio occupazionale è automatico.

Limitare il tutto soltanto ad interventi sui tassi o peggio a un QE soltanto pro-banche può risultare assolutamente insufficiente.

Riguardo l’inflazione, in particolare in Europa stiamo raccogliendo i magri frutti di questa strategia. Livelli occupazionali sempre più bassi e condizioni di lavoro e trattamento salariale sempre più precari.

Questa politica di austerity non ha mai portato una vera ripresa tanto che la BCE non ha mai potuto rialzare i tassi.

Dettaglio importante perché ora questa leva dei tassi di interesse da tagliare tradizionalmente efficace non è disponibile. In America viceversa il ciclo economico si è giovato di ampie aperture espansionistiche di Trump che hanno dato vigore al ciclo economico. Proprio per questo la FED ha potuto seppur lavorando lentamente e di cesello rialzare i tassi e portarli all’attuale +2.5%.

In caso di vera recessione l’arma monetaria americana è già carica, in Europa potenziale zero.

Ecco quindi perché sarebbe fondamentale cominciare a pensare a percorsi alternativi di rilancio dell’economia europea già da ora.