I rendimenti delle obbligazioni sono impazziti e continuano a salire in tutto il mondo. Tale aumento ingigantisce il debito e mette in difficoltà le aziende che hanno bisogno di rinegoziare i propri debiti. Gli operatori di mercato stanno anticipando la ripresa post pandemia e il conseguente ritorno dell’inflazione dovuto alla ripresa dei consumi.
Le attese inflazionistiche e il conseguente aumento dei rendimenti obbligazionari di lungo termine pone sul tavoli dei rischi importanti in un sistema economico altamente indebitato. Cosa faranno le Banche centrali per evitare questi rischi di inflazione in arrivo?
Cos’è il controllo della curva dei rendimenti?
Il controllo della curva dei rendimenti è una politica attraverso la quale la Banca centrale cerca di influenzare la curva promettendo di acquistare titoli a lungo termine ad un certo rendimento. Per esempio, potrebbe annunciare di comprare obbligazioni con scadenza decennale per evitare che il loro rendimento salga oltre un certo limite.
Storicamente, le Banche centrali hanno tagliato i tassi di interesse per stimolare l’economia. Oggi i tassi a breve termine sono già vicini allo zero per cui non hanno più leva sui tassi ufficiali se non portarli negativi. Inflazione in arrivo? Non resta altro che il controllo della curva dei rendimenti attraverso l’acquisto senza limite delle obbligazioni a lungo termine. Tale politica è un complemento alla politica monetaria tradizionale.
Per portare avanti tale politica è necessaria una elevata credibilità della Banca centrale poiché la credibilità stabilizza le aspettative. Supponiamo che il rendimento salga al di sopra del massimale annunciato, se la Banca centrale è credibile non permetterà che il rendimento salga ulteriormente. La Banca centrale dovrà ricordare la propria credibilità al mercato di volta in volta con l’acquisto di obbligazioni. Più sarà credibile meno sarà necessario l’intervento, saranno gli stessi investitori a stabilizzare il mercato sotto il massimale.
La storia di questo tipo di interventi
Le esperienze del passato in tal senso non sono molte. Tra le più recenti la Bbanca centrale giapponese ha utilizzato tale strategia a partire dal 2016. La Banca centrale australiana ne ha fatto un breve uso all’inizio del 2020. Quella americana utilizzò tale strategia tra il 1942 e il 1951 per evitare che i tassi andassero oltre il 2.5%