L’uso della cannabis è ancora molto controverso. C’è chi vorrebbe legalizzare le cosiddette droghe leggere e chi, invece, le considera droghe a tutti gli effetti. Una prima apertura, come era facile aspettarsi, c’è stata per uso terapeutico.
Uso, certo, ma per quanto riguarda la autoproduzione? Ebbene, in questo caso coltivare marijuana non è reato. Gli autori di ProiezionidiBorsa non esprimono, ovviamente, alcuna opinione personale, né intendono influenzare l’opinione altrui. Semplicemente viene qui riportato un fatto di cronaca, già deciso con sentenza dal Giudice.
Il caso riguarda un giovane uomo, di soli 35 anni, affetto da una rara malattia all’esofago. La malattia era certificata a livello medico e, purtroppo, gli provocava forti dolori. L’unica sostanza in grado di alleviarli era la marijuana. Il paziente, tuttavia, non voleva acquistare la sostanza dagli spacciatori. Non voleva contribuire a finanziare un mercato illecito. Non voleva essere scambiato per un consumatore affetto da una patologica dipendenza, lui che di quella sostanza aveva bisogno solo per alleviare il dolore.
In questo caso coltivare marijuana non è reato
Così ha cominciato a coltivarla da solo. Niente soldi alla criminalità organizzata, solo una piccola coltivazione per uso diretto. Tuttavia, in Italia, anche la coltivazione di marijuana è reato. E se non dimostrato il contrario si suppone lo spaccio. Queste sono state le accuse a carico del giovane.
È stato processato per coltivazione e spaccio di marijuana. Durante la perquisizione sono state trovate in casa sua 21 piante, 50 grammi di sostanza pronta per l’uso e un bilancino. Quest’ultimo strumento si è ritenuto un indizio molto chiaro da parte degli inquirenti. È lo strumento che di solito si usa, da parte degli spacciatori, per preparare le giuste dosi.
Durante il processo la difesa ha evidenziato che il giovane era affetto da acalasia esofagea. Si tratta di una malattia invalidante a dolorosa. Il medico curante aveva, quindi, prescritto l’uso di cannabis.
La difesa aveva anche dimostrato che nella quantità sequestrata in casa il principio attivo era pari a 0,59, mentre la legge sanziona il principio attivo se in misura pari a 0,60.
Il giovane coltivatore è stato assolto perché la coltivazione avveniva solo per uso personale, necessario perché dimostrato da ricetta medica.