Secondo quanto stabilisce la vigente normativa, nella generalità dei casi la pensione di vecchiaia arriva a 67 anni con almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, esistono delle eccezioni che interessano i sistemi di calcolo del montante contributivo. È il caso, ad esempio, dei lavoratori cosiddetti “contributivi puri”. Di seguito spieghiamo cosa significa e in quali casi 20 anni di contributi INPS non bastano per andare in pensione a 67 anni nel 2021.
Quali sono i requisiti
Quando si parla di pensione a 67 anni, in base a quanto prevede la vigente normativa, ci si riferisce generalmente alla pensione di vecchiaia. Questa tipologia di collocamento in quiescenza prevede che si rispetti il possesso di almeno due requisiti: quello anagrafico (67 anni di età) e quello contributivo minimo (almeno 20 anni). In base a quanto stabilisce il decreto MEF del 5 novembre 2019, per il biennio 2021-22 le condizioni restano invariate. La regola, applicabile alla generalità dei casi, non sempre può dirsi valida per quei lavoratori che rientrano pienamente nel sistema contributivo di calcolo.
Che significa? In quali casi 20 anni di contributi INPS non bastano per andare in pensione a 67 anni nel 2021? Prima di sbrogliare i nodi della questione, è opportuno fermasi un attimo a capire cosa si intende per “contributivi puri”. L’espressione sta ad indicare quei lavoratori che possiedono il primo versamento contributivo in data successiva al 1° gennaio 1996, ossia in coincidenza con la Riforma Dini. Tale riforma, difatti, ha introdotto il metodo di calcolo contributivo alle pensioni. Questo significa che il calcolo dell’assegno non avviene sulla base dell’ultima retribuzione percepita (calcolo retributivo), ma solo sui contributi che il lavoratore ha effettivamente versato.
In quali casi 20 anni di contributi INPS non bastano per andare in pensione a 67 anni nel 2021
Per quanto riguarda i lavoratori che rientrano esclusivamente nel sistema contributivo, come possono percepire la pensione di vecchiaia? Per questi lavoratori il doppio requisito dei 67 anni e 20 di contributi non è sempre sufficiente a congedarsi dal lavoro. Difatti, la normativa prevede che: il pensionamento è consentito all’età di 67 anni e 20 di contributi solo se si raggiunge un assegno pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Considerando che per l’anno 2021, l’assegno sociale corrisponde a 460,28 euro, l’assegno minimo per l’uscita dal mondo del lavoro dovrà essere di 690,42 euro. Solo in questo caso sarà possibile accedere alla pensione di vecchiaia. Coloro che non rientrassero in tale requisito, devono attendere altri 4 anni per la pensione di vecchiaia. All’età di 71 anni si prescinde dal vincolo di assegno minimo e si accede alla pensione di vecchiaia contributiva.
Approfondimento
A quanto ammonta la pensione di vecchiaia INPS di un lavoratore di 67 anni?