La vescica e l’uretra, come ben sappiamo, sono due organi fondamentali del nostro organismo appartenenti all’apparato urinario. La prima ha il compito di raccogliere l’urina prodotta dai reni, per consentirne in seguito l’espulsione all’esterno del corpo. La seconda, invece, è un canale che mette in comunicazione la vescica con l’orifizio uretrale.
Quando questi due organi presentano delle anomalie, o dei malfunzionamenti, bisognerebbe subito allertare il proprio medico e, nel caso, sottoporsi a degli esami di accertamento. Tra questi, uno dei più efficaci è la cosiddetta cistouretrografia, un esame radiologico che permette di valutare forma e posizionamento della vescica e dell’uretra. Nelle prossime righe vedremo nel dettaglio di cosa si tratta e in quali casi è consigliato effettuarlo e in quali no.
In caso di incontinenza o problemi alla vescica è questo l’esame da effettuare per scovare eventuali alterazioni, polipi o tumori
La cistouretrografia, innanzitutto, è un esame non invasivo che non richiede anestesia e che dura soltanto 30 minuti. Esso viene effettuato per verificare la presenza di anomalie nell’uretra (come cicatrizzazioni o lacerazioni dovute a una lesione) o di alterazioni della parete della vescica. Oppure, per constatare la presenza di reflusso vescico-ureterale o di polipi o tumori a livello della vescica. Questo esame viene, inoltre, raccomandato in caso di incontinenza o problemi al tratto urinario, come infezioni o difetti presenti dalla nascita. Negli uomini potrebbe anche segnalare la presenza di un eventuale ingrossamento della prostata.
La procedura dell’esame
Per prima cosa, il paziente dovrà stendersi sul lettino in posizione supina. A questo punto l’infermiere, dopo aver disinfettato i genitali esterni del paziente, inserisce un piccolo catetere flessibile nell’uretra nel quale scorre il mezzo di contrasto. Il medico può così effettuare le radiografie da varie angolazioni. Dopo di che il catetere viene rimosso, permettendo così al paziente di urinare e al radiologo di scattare altre immagini.
Effetti indesiderati
Al termine dell’esame, il paziente potrebbe percepire alcuni effetti collaterali, tra cui:
- disagio durante la minzione, ma che in genere dura poco;
- sangue nelle urine;
- contrazioni involontarie dei muscoli della vescica;
- vomito, prurito e shock anafilattico (fenomeni rari).
Inoltre, come per tutte le radiografie, esiste un leggero rischio associato alle radiazioni e al mezzo di contrasto. Per questo motivo, è importante informare il personale sanitario in caso di gravidanza o di allergie al mezzo di contrasto. Infine, anche i pazienti che presentano una grave insufficienza del fegato o dei reni potrebbero avere difficoltà nell’eliminazione del mezzo di contrasto.
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