In questo articolo parleremo della possibile introduzione in tutta l’Unione Europea di un salario minimo per i dipendenti. Si tratta di una tutela per le fasce più deboli di lavoratori che oggi spesso vengono sottopagati.
L’articolo 36 della Costituzione italiana stabilisce il diritto di ogni lavoratore a ricevere una retribuzione in grado di assicurare un’esistenza dignitosa. Ad oggi, però, si registrano remunerazioni orarie anche inferiori ai 6 euro. Molti governi hanno ipotizzato l’introduzione di una norma specifica senza però mai realizzarla. A questo proposito puoi consultare questo disegno di legge del 2018 . Ti rimandiamo anche alla lettura di questo articolo sulle integrazioni al reddito.
Vediamo quindi la proposta della commissione europea grazie alla quale è in arrivo il salario minimo
Un percorso in salita
La presidente della commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato recentemente che l’introduzione del salario minimo è una priorità. Non si tratta però di un progetto semplice. Gli stipendi medi ed il costo della vita cambiano in maniera significativa nei vari Stati. E la maggior parte di essi applica già una propria normativa specifica. Ad oggi, solo 6 Paesi, tra cui l’Italia, non riconoscono ai propri cittadini questa tutela.
Secondo le prime indiscrezioni, la commissione non stabilirà una soglia minima assoluta per tutti, ma vuole introdurre un coefficiente diverso per ogni Paese. La base di calcolo dovrebbe essere il 60% della remunerazione media del singolo Stato. Si andrebbe dai 286 euro della Bulgaria ai 2.071 del Lussemburgo. Per l’Italia, con un reddito medio di circa 1.570 euro, il salario minimo sarebbe di 950 euro lordi.
In arrivo il salario minimo, ma attenzione al potere d’acquisto
La commissione europea sta valutando un intervento normativo per aumentare i salari senza entrare in contrasto con le regole dei singoli Stati membri. I Governi dei paesi scandinavi temono che una norma comune possa interferire con la loro tradizione di contratti collettivi. Aspetto che rende i lavoratori nordici tra i più tutelati al mondo. I Paesi con l’economia meno sviluppata, invece, contestano la percentuale del 60% poiché il salario minimo è già pari a più del 50% della media. Il costo della vita è un altro punto critico. I salari, infatti, non vanno visti solo in termini assoluti, ma anche in base al potere d’acquisto. La commissione intende poi raccomandare ai governi degli Stati membri un’armonizzazione della tassazione delle imprese. Il rischio è che un aumento dei salari abbia un impatto fortemente negativo per le aziende dei Paesi a maggior tassazione come l’Italia.