Il presidente ISS alla Commissione Affari Sociali della Camera, Busaferro, precisa che siamo ancora in fase epidemica. La circolazione del virus è presente nel territorio e quindi continuano ad esserci nuovi casi, seppure la curva epidemica si sia ridotta. Ciò, per effetto delle misure di contenimento che hanno ridotto gli effetti incontrollati. Tuttavia, la Fase 2 si apre con la consapevolezza che il virus lasciato libero di agire potrebbe colpire ancora tanto. Infatti, esso, per ogni persona infetta ne contagia dalle 2 alle 3. Al riguardo, Busaferro sostiene che: “l’obiettivo principale nella Fase 2 è tenere l’indice RT al di sotto dell’1 in tutti i contesti del nostro Paese”. Poi aggiunge “in questa fase dobbiamo certamente contenere la circolazione del coronavirus. Non siamo ancora in grado di immaginare la sua eradicazione o eliminazione. Però, con i nostri comportamenti, possiamo fare in modo che la circolazione sia piuttosto limitata”.
Immunità di gregge lontana
I dati mostrano che la percentuale di immuni è ancora molto bassa, nonostante le differenziazioni nelle varie parti del paese. Siamo, infatti, ancora molto lontani dal 70% necessario alla soglia di immunità di gregge. Inoltre, i test sierologici disponibili sul mercato, circa 100-150, non sono in grado di fornire rilevanti soluzioni. Essi, non danno patenti di immunità e non possono rappresentare un indicatore se non del fatto che c’è stato un contatto con l’infezione. Anzi, potrebbero “dare un senso di falsa sicurezza che potrebbe essere troppo rischiosa in questa fase”.
A ciò aggiungasi che non si sa ancora quanto dura la memoria immunitaria e la quantità di anticorpi che consente di affermare che una persona sia immune. I test sierologici cercano di individuare gli anticorpi immunizzanti ma non danno risultati certi. Inoltre, non dicono se l’infezione è in corso o risale al passato, quindi non sono in grado di rilevare la positività al virus. Per essa, occorre ricorrere comunque al tampone. Tutte queste informazioni ci inducono inevitabilmente a concludere che siamo in una fase sperimentale, di incertezza, dalla quale si uscirà soltanto con senso di responsabilità.