I problemi legati alla pandemia dell’influenza coronavirus si stanno attenuando e incominciano a vedere i gravi effetti di questa epidemia sulla economia del paese Italia.
Cerchiamo di vedere dei dati sul Turismo in Italia.
Nel nostro paese il settore del turismo è molto forte, questo incide per il 13,2% del PIL nazionale (dati relativi all’anno 2018), per 232,2 miliardi di euro.
Dal lato dell’occupazione il turismo rappresenta il 14,9% dell’occupazione totale per circa 305 milioni di occupati compresi gli stagionali.
Un settore di estrema importanza sia nella formazione del PIL sia nella formazione del reddito nazionale.
La maggior parte di questa ricchezza si forma durante il periodo estivo. E quindi i conti delle imprese che operano in questo settore vengono fatti alla fine dell’estate.
La spesa per le vacanze tra quello che gli italiani spendono all’estero e quello che gli stranieri spendono in Italia ha sempre avuto un saldo molto positivo. Nell’anno 2018 questo saldo positivo nella bilancia dei pagamenti turistici è stato pari a 16,2 miliardi in crescita sull’anno 2017 del 11,2%.
Nell’anno 2019 si è osservato una ulteriore crescita del comparto.
Gli arrivi aeroportuali in Italia nel 2018 hanno contato 121 milioni di passeggeri, in crescita del 7,2% sul 2017. Di questi 93 milioni di passeggeri (76,9%) sono giunti da Paesi europei, Svizzera inclusa.
Il turismo in Italia la vera incognita post pandemia?
Nell’anno 2019 viene indicato un incremento dei passeggeri internazionali pari al 4,7%. Un dato molto positivo, in considerazione che in Francia, nostri concorrenti diretti, l’incremento sarà del 2,75 mentre in Spagna si avrebbe un decremento di 9 punti percentuali.
A fronte di questi ottimi dati relativi all’ anno 2019 quali sono le eventuali previsioni future?
Tutta l’economia italiana a causa del Covid-19 avrà una forte battuta di arresto se non un significativo decremento ma sicuramente il settore turistica sarà quello che ne risentirà di più.
In quanto a fronte di previsioni estremamente poco rassicuranti sui flussi turistici nel nostro paese, nessun provvedimento concreto sembra in cantiere a breve.
Le imprese turistiche che occupano circa 3,5 milioni di lavoratori molti dei quali a livello stagionale, avranno dei grossi dubbi in vista della prossima stagione che è ormai alle porte.
Pensiamo per esempio agli stabilimenti balneari con le “distanze obbligatorie”, alla carcerazione della spiaggia con il plexiglass, roba da scoraggiare anche il turista più volenteroso.
La correzione delle misure
Eppure dovranno essere prese concrete misure per questo settore per fare in modo che la stagione non vada completamente persa e che si possano limitare i danni.
Il turismo in Italia la vera incognita post pandemia? Ricordiamo che il comparto rappresenta il 13,2% del PIL Nazionale una sua caduta del 1005 o anche del 90% influirà in maniera significativa su tutti i conti compresi quelli pubblici.
Le aziende che operano in questo settore sono in prevalenza PMI senza eccessive risorse e con gli incassi concentrati in un periodo ristretto, riusciranno a reggere questa crisi economica? O preferiranno chiudere per riaprire nel prossimo anno?
Difficilmente senza aiuti diretti e sostanziosi potranno superare questo periodo estremamente critico.
Come gli altri anni , le somme dovranno essere tirate a fine estate ma oggi le previsioni non sono affatto buone.
Queste aziende sono in genere abituate a fronteggiare crisi locali o particolari. Mai sono state costrette ad affrontare un evento come questa Pandemia che può essere ben paragonato ad una guerra. L’unico esempio storico che possiamo prendere a paragone per prevedere l’estate futura è solo quello dell’estate della seconda guerra mondiale.
La diminuzione sia delle presenze straniere che dei rispettivi incassi può essere paragonata per quest’anno solo a quei terribili periodi, una cosa veramente preoccupante.
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