Il titolo salvezza in caso di guerra commerciale

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Esiste un titolo salvezza  che possa rappresentare  un’ancora  in caso di guerra commerciale? Sì, esiste. E per alcuni versi potrebbe essere anche una sorpresa.

Lo schiaffo inatteso

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si è intensificata la scorsa settimana dopo che il presidente Trump ha aumentato le tariffe dal 10% al 25% su beni cinesi per un valore di $ 200 miliardi. Una mossa giunta a sorpresa dopo che la comunità degli analisti dava addirittura per imminente la firma dell’accordo. I mercati hanno reagito male anche perché la Cina, ovviamente, ha risposto per le rime. Pechino, infatti, non solo ha aumentato le tariffe fino al 25% su $ 60 miliardi di beni statunitensi ma, stando alle ultime notizie sarebbe intenzionata a vendere parte dei titoli di stato statunitensi di cui è la maggior acquirente.

Il titolo salvezza che non ti aspetti

Da qui la corsa ad accaparrarsi titoli difensivi di tutte quelle aziende il cui business non rientra all’interno dei pericoli della guerra cino-statunitense. Eppure in tutto ciò qualcuno guarda con estrema fiducia ad un titolo che, in altre occasioni, avrebbe potuto essere visto come la prima vittima: LVMH Moet Hennessy LV, ovvero la più grande compagnia di beni di lusso al mondo.

Per quale motivo?

Tecnicamente LVMH produce alcuni dei suoi prodotti in Cina, ma la società ha sede a Parigi. E, almeno fino a quando tutto questo fuoco di fila non si sposterà definitivamente in Europa, allora LVMH potrà essere ancora salva. Anche perché, fino a prova contraria, anche in caso di guerra commerciale con l’Ue, nell’elenco di beni europei potenzialmente tassati,  stilato dagli Stati Uniti, nessuno dei prodotti principali di LVMH è incluso. Risultato: LVHM potrà continuare a vendere sia in Usa che in Cina. C’è poi da dire un’altra cosa: il lusso di fascia alta è a prova di recessione. Per quanto cinico possa essere, in caso di recessione la spesa dei ricchi consumatori non viene intaccata.

Forte durante la crisi

Tra il 2008 e il 2010 ovvero gli anni peggiori dell’ultima crisi la crescita organica delle vendite è andata dal +7% (2008) al +13% (2010). Una particolarità che in pochi sanno: LVMH distrugge notoriamente la merce invenduta per evitare svendite a sconto e mantenere alto il prestigio delle quotazioni dei suoi prodotti.

E a proposito di prodotti: l’azienda ha in mano un portafoglio di 70 marchi divisi tra moda, profumi e cosmetici, vini e liquori, orologi e gioielli.

Analisi grafica di LVMH: il titolo salvezza

Il titolo ha chiuso la giornata di contrattazione del 17 maggio a 341,85. Il trend di medio lungo termine è rialzista e sono possibili ulteriori rialzi. Acquisti di breve e medio termine con chiusura della prossima settimana su livelli superiori ai 342,56 altrimenti attendere ulteriori ritracciamenti.

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