Il sistema  elettorale può determinare il deficit di bilancio?

Deficit Pil

Molto spesso  si soffermano a studiare  il sistema economico di un Paese, le sue politiche economiche, il suo sistema di tassazione, ecc.

Il sistema  elettorale può determinare il deficit di bilancio?

E’ possibile che un sistema elettorale rispetto ad un altro possa avere conseguenze sul deficit pubblico o sul rapporto Debito/PIL .

I debiti pubblici dell’Italia sono stati sempre un problema ma questo in genere veniva rinviato alla legislazione successiva, vecchio sistema nazionale di rinviare.

Oggi con l’ingresso nell’area euro e con i parametri di Maastrich,  i vincoli di bilancio sono la maggiore problematica dei governi italiani.

Un sistema elettorale può influire sui conti di bilancio?

L’Italia con un sistema maggioritario avrebbe avuto gli stessi debiti?

La risposta  non è certo facile, ma andiamo per gradi.

Il sistema parlamentare basato sul bicameralismo perfetto appartiene a pochi Stati.

Nel mondo il più famoso di questi è quello degli Stati Uniti d’America, si tratta di una unione di Stati. In Europa altro caso è quello della Svizzera, anche in questo caso siamo in presenza di una confederazione di cantoni autonomi.

Nei paesi UE solo l’Italia.

Questo  bicameralismo perfetto, voluto giustamente dai padri fondatori, è ancora attuale?

La nostra democrazia  usciva da una dittatura che si era imposta  per le mancanze dello Statuto albertino e per l’assenza del bicameralismo perfetto, questa scelta allora era ottimale.

Per questo principio fu adottato un sistema elettorale proporzionale puro senza sbarramento e un rapporto eletti elettori molto ampio per garantire la rappresentatività.

Oggi, dopo oltre 70 anni di democrazia, è possibile  cambiare qualcosa?

Sarebbe opportuno. Le istituzioni devono essere più agili e snelle per dare prontamente risposte immediate alle varie problematiche che  nascono in maniera quasi quotidiana.

Il sistema  elettorale può determinare il deficit di bilancio?

Il sistema elettorale proporzionale ha permesso di poter governare con grosse  coalizioni politiche  nelle quali vi erano posizioni anche ideologiche molti distanti.

Conseguentemente si dovevano effettuare  una serie molto complessa di ricomposizioni d’interessi per fare in modo da non scontentare nessuno.

Questa serie d’interessi  è stata soddisfatta in genere con la spartizione politica dell’apparato statale e del sottogoverno.

Ricordiamo che in Italia con gli istituti  IRI e IMI grossa parte della economia nazionale era  direttamente o indirettamente nella mani statali.

La spartizione è andata a scapito della grossa parte degli italiani, se in un periodo storico questa poteva essere una formula accettabile e vantaggiosa  per una democrazia ancora in culla, successivamente è stata un fattore di freno per lo sviluppo  economico e sociale del paese.

Il manuale Cencelli è un tipico esempio della spartizione del potere e del sottogoverno e della lottizzazione dell’intera vita economica del paese.

Spesa pubblica fuori controllo.

Senza i governi di coalizione non si poteva andare avanti e conseguentemente per accontentare tutti, la spesa pubblica veniva dilatata oltre misura.

Un sistema elettorale diverso avrebbe potuto essere migliore.

Sicuramente un sistema maggioritario avrebbe permesso maggioranze più stabili e politiche economiche più coerenti.

In questo modo l’eventuale spartizione sarebbe stata più contenuta.

Si può quindi affermare  con  ragionevolezza  che un sistema elettorale  può influire sullo stock globale di spesa pubblica  e determinare di  volta in volta scelte  più opportune per l’intera nazione.