Quante volte abbiamo bevuto un amaro a fine pasto? Quanti tipi di amari esistono che accompagnano le nostre mangiate? Troppi, a giudicare da quanti ce ne sono in giro e che allietano la nostra convivialità. In alcune regioni, l’amaro è una cosa molto seria e serio è il suo modo di berlo. Portato avanti dai nonni e dai bisnonni, c’è un rito nel Nord Italia che ancora oggi è diffuso e praticato quotidianamente. Il rito del resentin dalla tradizione friulana.
Cos’è il resentin
Il rito del resentin è una pratica che si svolge in Friuli-Venezia Giulia. Lì i pasti sono molto carichi di condimenti e molto calorici, basta pensare alla tipica frittata chiamata “frico”. Per completare il pasto e lavarsi via la sensazione di grasso che c’è rimasta in bocca, molti friulani decidono di bere, a fine pasto, un bicchierino di grappa.
Ma non è solo quello che fa del resentin un rituale magico. La grappa in questione va presa esclusivamente nel bicchiere del caffè, quasi a “lavarlo” via da tutto ciò che c’era dentro. Questo infatti, secondo la tradizione, permette alla digestione di passare al livello successivo e di assorbire tutti i nutrienti contenuti nel pasto e nel caffè.
Il rito del resentin dalla tradizione friulana
Il resentin si fa principalmente con grappa ottenuta dalle vinacce, quindi è base di un prodotto che contiene uva e che si abbina bene con l’aromatica del caffè.
A oggi, sono tantissime le grappe in commercio da utilizzare per il rito del resentin e molte sono appunto prodotte in Friuli-Venezia Giulia per permettere ai nonni e agli anziani del posto di continuare a passare questa ritualità antica alle nuove generazioni. Se mai vi capitasse di andare in Friuli, vi consigliamo di fare un giro per le distillerie del posto e chiedere di provare personalmente del resentin. Vedrete che, nonostante la stranezza del rituale, è ancora molto sentito da coloro che vivono in quella regione.