Sappiamo tutti che la seduta odierna si presta a molteplici interpretazioni. Chi ad esempio non si occupa di Borsa e mercati finanziari può magari rallegrarsi dei suoi soldi custoditi sotto il materasso. O ancora parcheggiati lì su un conto corrente alla mercè degli istituti di credito, che tra impieghi attivi e commissioni varie, di certo, almeno loro, ci guadagnano (a discapito del depositante ovviamente). Chi invece solo poche ore fa pensava di aver colto il segnale d’inversione della vita, sta martellandosi se il ribasso odierno dei mercati è giustificato dai fondamentali. E magari sta lì a meditare se e come fosse possibile riportare indietro le lancette del tempo.
La funzione dei prezzi
Il ribasso dei mercati azionari è giustificato dai fondamentali? La risposta è da sempre insita nei prezzi stessi delle azioni. I quali ‘prezzano’ appunto quanto vale un’azienda. Solo a gennaio scorso ci si lamentava da più parti di come i corsi azionari fossero tiratissimi e – agli occhi dei più – del tutto slegati dai fondamentali. Molte valutazioni reggevano più per forzature del mercato che per concrete ragioni aziendali. Dopo poco più di un mese la situazione è – a detta degli esperti – esagerata nell’altro senso. Il timore dell’emergenza sanitaria ha alimentato l’incertezza, che a cascata ha nutrito le vendite dei mercati finanziari. I livelli attuali potranno anche non essere i minimi assoluti (sapremo la verità solo nel futuro), ma è innegabile che siano almeno ‘da sconto’.
La grande lezione. Il ribasso odierno dei mercati è giustificato dai fondamentali
La storia tuttavia è maestra di vita (e di trading) anche in Borsa. Perché quando un investitore s’interroga se liquidare tutto e scappare a gambe levate o vendere tutto per accaparrarsi azioni, dovrebbe anzitutto darsi un tempo. È infatti essenziale capire se si cerca un’operazione di breve, medio o lungo periodo. Poi chiedersi se il ribasso dei mercati azionari del momento è giustificato dai fondamentali. Ora, a meno che il futuro non ci riservi la fine del mondo, è ragionevole supporre che qualche sortita d’acquisto di medio-lungo termine non sia poi una mossa azzardata. Una fiche, un gettone piantato oggi potrebbe dare dei bei frutti domani. Un pò come il contadino: semina in inverno (ai ribassi), coltiva in primavera (nei saliscendi) e raccoglie in estate (al top della maturazione).
E’ tutta questione di orizzonte temporale: la storia dice che chi acquista ora in ottica fino a 60 mesi probabilmente fra 12/24 mesi starà in forte guadagno!