E’ una danza macabra quella dei mercati finanziari. Da 3 mesi ballano sulle macerie di una economia mondiale che è di fronte alla peggiore recessione degli ultimi 100 anni. Ballano forse per esorcizzare il peggiore degli scenari. Oppure siamo di fronte a un fenomeno che è simile a quello del condannato a morte prima dell’esecuzione. Il record delle Borse è come l’ultimo pasto del condannato?
Toni apocalittici o una sana dose di realismo?
Toni apocalittici? Forse. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuole vedere. Cosa c’è da sentire? Cosa c’è da vedere? Andate sul sito del Fondo Monetario Internazionale e leggetevi l’ultima analisi sulle previsioni della crescita mondiale: il World Economic Outlook.
Accenniamo solo ad alcuni dati. Ad aprile, in pieno coronavirus l’FMI si era spinto a dichiarare che la recessione mondiale per il 2020 sarebbe stata del 3%. Mediamente l’intera produzione mondiale sarebbe calata di 3 punti percentuali. Oggi l’FMI si corregge e stima come la recessione mondiale potrebbe essere addirittura peggiore di quella prevista ad aprile. Per la prima volta nella storia, le economie avanzate e le economie emergenti chiuderanno l’anno con un tasso di crescita negativo.
Gli operatori obbligati a comprare
Basterebbero queste informazioni per temere il peggio. Immaginiamo un marziano che fosse sceso da un altro pianeta e fosse venuto a conoscenza di questi dati macroeconomici. E poi gli si fosse chiesto di fare una ipotesi sulla situazione delle Borse. Cosa avrebbe risposto? Probabilmente avrebbe immaginato un disastro. Una calo dei prezzi peggiore di quello degli anni ‘30. E invece Wall Street è sui massimi storici. Da 3 mesi, da metà marzo, gli operatori scommettono su una ripresa fulminea, forte, potente, sorprendente della economia USA e di conseguenza mondiale. Ci devono credere. Lo devono fare.
In un mercato inondato di liquidità, poca va all’economia reale e molta sull’economia finanziaria. E’ il paradosso di chi pensa di curare i mali di una recessione mondiale con una politica monetaria extra, ultra, super espansiva. Ma se buona parte di quel mare di liquidità non si trasferisce nel sistema produttivo, se non viene investita nell’economia produttiva, serve a poco. E’ come un auto con un motore di 1000 cavalli ma poi questa potenza non riesce a scaricarla a terra.
Il record delle Borse è come l’ultimo pasto del condannato?
Questa enorme massa monetaria rischia di dopare i mercati finanziari e li prepara ad una nuova bolla. Che potrebbe portare a un nuovo crollo, dopo un ennesimo record storico dei prezzi. Alternative? Nessuna. Gli operatori non possono che comprare e aspettare. E qui si ritorna alla domanda, sotto forma di metafora, in apertura: il record delle Borse è come l’ultimo pasto del condannato?
Risparmiatore avvertito…come al solito sulle nostre pagine di giorno in giorno faremo le dovute valutazioni.