LONDRA (Reuters) – Le quotazioni petrolifere salgono ai massimi da fine 2014 spinte dall’aggravarsi della crisi economica venezuelana e dalla minaccia di possibili nuove sanzioni Usa contro l’Iran.
** Intorno alle 12,25 il derivato sul Brent tratta a 75,56 dollari al barile, in rialzo di 69 centesimi rispetto alla chiusura di ieri. Nel corso della seduta il futures ha toccato i massimi da novembre 2014 a 75,89 dollari al barile.
** Il futures sul WTI Usa guadagna 70 cent a 70,42 dollari, salendo sopra quota 70 dollari per la prima volta da novembre 2014.
** Il futures cinese sul petrolio, lanciato a Shanghai lo scorso marzo, ha rotto i massimi storici, calcolati in dollari, salendo a quota 74,54 dollari.
** Secondo gli analisti a sostenere i prezzi del greggio è la crisi venezuelana mentre il mercato ignora i dati di venerdì pubblicati dalla società di servizi energetici Baker Hughes sulla crescita degli impianti di estrazione Usa.
** “La crescita della produzione negli Stati Uniti è controbilanciata dal contemporaneo calo di quella venezuelana”, sostiene l’analista di Commerzbank Carsten Fritsch.
** Sul fronte politico le ampie attese di un passo indietro da parte degli Usa dall’accordo sul nucleare con l’Iran aggiunge un ulteriore premio al rischio.
** “Sembra che i meccanismi della burocrazia di Washington stiano girando verso una ritorno delle sanzioni”, scrive in una nota l’analista di RBC Capital Markets Helima Croft, aggiungendo che “la natura extraterritoriale delle sanzioni statunitensi, che riguardano energia, costruzioni navali, finanza, commercio, assicurazione, ecc., significa che … le esportazioni di petrolio dell’Iran potrebbero essere ridotte di 200.000-300.000 barili al giorno”.