Il pagamento in rubli del gas russo è ufficiale e i mercati restano deboli

Piazza Affari

Sembrava che Putin avesse deciso di fare un passo indietro sulla questione dei pagamenti in rubli del gas russo. Infatti nelle ultime ore, complice anche la ferma opposizione di alcuni suoi consiglieri e tra questi la governatrice della Banca centrale russa, era circolata la notizia secondo la quale la Russia avrebbe deciso di procrastinare il cambio della moneta per le forniture di gas. Invece, adesso, il colpo di scena: il pagamento in rubli del gas russo è ufficiale. Non solo ma il cambio scatterebbe direttamente da domani.

Nessuna alternativa, dunque: o i clienti soddisferanno la richiesta oppure le forniture saranno interrotte. Una possibile opzione per riuscire ad arginare il diktat sarebbe quella di pagare in euro o dollari alla Gazprombank. Questa, per il momento non colpita dalle sanzioni, convertirà in rubli l’importo. Ma anche in questo caso si tratta di una notizia che rimescola le carte in tavola. E non solo per quanto riguarda il settore energetico ma anche per quello diplomatico. E che di certo non allenta le tensioni. Anche perché Germania e Francia hanno già annunciato che non si faranno ricattare. Da parte sua Berlino ha già attivato le prime misure di emergenza in caso di un eventuale taglio degli afflussi di gas da Mosca.

I mercati, che questa mattina in Europa hanno dimostrato una continuità nella debolezza già vista ieri, hanno registrato anche sul fronte statunitense una certa dose di indecisione, aprendo in negativo. Seppur frazionale.

Il pagamento in rubli del gas russo è ufficiale e i mercati restano deboli

In particolare Piazza Affari in chiusura ha visto un calo superiore all’1%. Ma a proposito di mercati a stelle e strisce, le cronache finanziarie evidenziano anche un altro elemento. Gli analisti di Goldman Sachs hanno consigliato proprio in queste ore alcuni titoli da comprare. Tra questi, nel settore finanziario, Bank of America mentre, in quello energetico e del gas in particolare, spiccano i nomi di Next Era Energy Partners L.P. e di Phillips 66. Intanto, sempre dall’altra parte dell’oceano, sono stati pubblicati i dati riguardanti. I nuovi posti di lavoro nel settore privato USA a marzo possono vantare un aumento pari a 455 mila posti ben oltre le aspettative che si fermavano al livello di 450 mila unità.