Il nuovo Governo: dalle promesse ora si passa al realismo economico?

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A cura di Gian Piero Turletti,

autore di Magic Box in 7 passi e di  PLT

Uno dei temi più dibattuti dopo la formazione del nuovo esecutivo, è stato l’abbinamento flat tax-riforma della Fornero-reddito di cittadinanza.

Ma poi sono stati sopratutto i conti pubblici, la sempiterna problematica italiana del bilancio, a destare non poche preoccupazioni.

Sinora si sono svolte 5 riunioni del consiglio dei ministri ma, contrariamente a quanto prospettato durante la campagna elettorale, in nessuna di queste è stato affrontato uno di questi temi.

L’unica riunione in cui sono stati affrontati temi economici è stato il quarto consiglio dei ministri, con una semplificazione nella definizione di alcune procedure per redigere la legge finanziaria, ma schema che proveniva già dalla pregressa legislatura, e che non entra nel merito delle scelte economiche.

Probabilmente, dopo i primi facili entusiasmi, è prevalso un certo realismo economico, peraltro agevolato dal fatto che l’attenzione si è spostata su altri temi, in particolare quello dei migranti.

In tale contesto, assume quindi particolare rilievo quanto indicato nel def.

In sintesi: ricerca di nuova flessibilità sui vincoli di bilancio ed obiettivo prioritario diviene la continuità nel percorso di riduzione del deficit e di rientro dal debito.

Ed il resto?

I vari redditi di cittadinanza, flat tax, riforma del sistema pensionistico (in particolare legge Fornero)?

Non sono stati considerati.

A mio modesto parere, è anche questo un segnale, che il neo ministro Tria ha inteso lanciare ai mercati all’insegna del: prima il realismo economico, poi il resto.

Prossimo appuntamento la legge di bilancio, prova del nove per verificare quale linea prevarrà, quella delle promesse o quella dell’attenzione ai conti pubblici, ancora più rilevante in una fase che ricomprende la fine del Q E.

 

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