Il nuovo decreto Cura Italia

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L’approvazione del nuovo decreto Cura Italia che sarebbe dovuta avvenire per Pasqua, slitta ancora a fine mese. Con esso, slittano anche le misure attese quali il reddito di emergenza e gli incrementi per le Partite Iva. Inoltre, c’e’ da dire che delle richieste di bonus da 600 euro pregresse, non e’ giunto ancora un soldo. A cio’ si aggiungono le somme messe a disposizione per le famiglie, per I disoccupati e per le imprese. Queste ultime, soprattutto le PMI, temono che per l’accesso al credito occorreranno circa tre mesi, che sono un tempo troppo lungo per scongiurare il rischio di fallimento.

Con il nuovo decreto, si sarebbero dovuti stanziare circa ulteriori 25 miliardi di euro a sostegno delle famiglie. Tra le misure attese, oltre quelle a tutela delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese, vi sono le proroghe delle misure restrittive. Infatti, il nuovo decreto Cura Italia dovrebbe portare con se’ la proroga di ulteriori 15 giorni (oltre i 30 gia’ concessi) per le RCA in scadenza dal 20 febbraio 2020 e il 31 luglio 2020 (prima ferma al 30 aprile).

La proroga

Ulteriore proroga riguardera’ la ripresa delle udienze in tribunale che verra’ prolungata fino al 30 giugno. Il deposito dei documenti da parte degli avvocati, fino a quella data, avvera’ con modalita’ telematiche e avverranno in videoconferenza soltanto le udienze per cause urgenti. Si avra’, inoltre, un congelamento delle procedure di pignoramento immobiliare sulla prima casa, proprio in considerazione dell’emergenza Covid-19.

Tuttavia, l’adozione delle indicate misure, sta subendo un differimento fino a fine mese. Molto probabilmente, le vecchie misure finiranno per integrarsi con le nuove, in quanto da queste assorbite. Cio’ in quanto, presumibilmente, fino ad allora, non arrivera’ neppure il danaro stanziato.

Quali le ragioni del ritardo?

E’ lecito presumere che le misure del secondo decreto Cura Italia stiano tardando a causa delle vicende occorrende in ambito europeo. Infatti, l’adozione delle intese all’interno dell’Eurogruppo sono state rinviate al 23 aprile, quando si spera si arrivera’ ad un accordo soddisfacente. Tuttavia, e’ alquanto ragionevole che le misure nazionali vadano di pari passo con quelle che si decidera’ di adottare in ambito europeo.

Tant’e’ vero che se non ci saranno i fondi a coprire gli aiuti che verranno erogati per risollevare l’aconomia dagli effetti del virus, lo Stato non potra’ reggere. In assenza di prestiti, non sara’ possibile garantire l’erogazione del danaro promesso e previsto per la ripresa economica. Pertanto, la lotta per gli Eurobond o comunque, per l’affermazione di un sistema comune di finanziamento delle perdite dovute al coronavirus, e’ una lotta di tutti e per tutti. Con l’affermazione di condizioni piu’ eque a livello di eurozona, sara’ possibile sperare in una ripresa lenta ma solida, reale e senza un eccessivo indebitamento. Pertanto, l’adozione di un accordo europeo che sia quanto piu’ possibile vantaggioso, e’ alla base della nostra ripresa economica e anche della capacita’ del Governo di tenere fede agli impegni assunti.