Il motivo sconvolgente per cui in questo paese è vietato morire

Longyearbyen

Assurdo ma vero. In Norvegia esiste un paese in cui non si può morire. In questo angolo di mondo solitario e pacifico, la pace è concessa solo ai vivi. Lo stabilisce la legge e il motivo è alquanto assurdo. Scopriamo insieme il motivo sconvolgente per cui in questo paese è vietato morire.

Ridere o piangere, è questo il dilemma

Se abitare qui fosse garanzia di vivere in eterno, questo paese subirebbe un sovraffollamento. O forse no. Insomma, vivere a Longyearbyen, questo il nome del paese, potrebbe essere alquanto rischioso. Siamo nelle Isole Svalbard, in Norvegia, in direzione Polo Nord.

Longyearbyen è il capoluogo di questo gruppo di isole, ed è il luogo abitato più a nord del mondo. Le strade sono sterrate e le case sono costruite su palafitte, insomma… un vero paesaggio lunare.

Qui il sole non tramonta per quattro mesi all’anno e la vicinanza col Polo Nord rende le temperature di questa località estremamente ghiacciate. Il record è avvenuto nel marzo 1986, quando le temperature hanno toccato quota -46,3°C. È legata proprio a questo motivo la legge bizzarra di cui parlavamo prima, davanti a cui non si sa se ridere o piangere.

Tutta colpa del freddo polare

L’episodio scatenante che ha portato alla nascita del comico divieto è avvenuto all’incirca nel 1920. Ci fu un’epidemia, a seguito della quale molte persone morirono e dovettero essere sepolte.

Tredici anni dopo, le Autorità del luogo fecero una scoperta sconvolgente. I corpi erano ancora integri, pressoché uguali a quando erano stati sepolti. Oltretutto, nei cadaveri vennero ritrovati dei virus ancora attivi nonostante fossero passati tantissimi anni.

Questo gettò la cittadina nel panico e, nel 1930, si decise di chiudere il cimitero del paese. Ecco spiegato, allora, il motivo sconvolgente per cui in questo paese è vietato morire. Da quel momento, nessuno venne più seppellito a Longyearbyen, anche se, sentirsi male in questo posto è quasi garanzia di morte.

Il trasporto del malcapitato

Chi dovesse sentirsi male a Longyearbyen verrà trasportato nell’ospedale più vicino, a distanza di 2 ore di aereo. Sull’isola, infatti, non è presente un ospedale, ma solo un centro di primo soccorso, neanche troppo organizzato, e non sono presenti neanche case di cura.

La stessa sorte spetta a chi muore, che deve essere trasportato in un altro luogo per la sepoltura. Insomma, c’è da dire che decidere di vivere in questo posto richiede una bella dose di coraggio.