Noi di ProiezionidiBorsa cerchiamo sempre di dare i buoni consigli, anche senza aver smesso di dare il cattivo esempio. Citando l’intramontabile Faber, ci rendiamo prontamente conto della difficoltà di dare consigli su comportamenti umani tanto diffusi. Nessuno infatti ne è completamente avulso.
Tutti noi sbagliamo, calcolando spesso il breve termine come fine ultimo delle nostre azioni. Cerchiamo sempre un guadagno sicuro ma leggero a breve anziché essere pazienti e puntare nel lungo periodo. Il punto, però, è che l’errore che commettiamo più spesso non è esattamente questo.
Si tratta, infatti, di un’abitudine che abbiamo più o meno tutti, e che ci fa spesso restare nella mediocrità se non proprio nella povertà. Ecco il motivo per cui chi ha questa cattiva abitudine non diventerà mai ricco.
Avversità al rischio
Il punto centrale è proprio questo: non ci fidiamo del rischio. Certo, non stiamo parlando del rischio di impresa. Gli imprenditori, infatti, sono ben consapevoli di questo genere di rischio. Si tratta proprio della causa dei loro lauti guadagni. Il rischio di impresa è fondamentale per la buona riuscita di un’economia complessa.
Chi non è un imprenditore invece, è avverso al rischio. Difficilmente lascia un lavoro già collaudato per uno nuovo ma migliore in termini salariali. Non cambia città o Regione per inseguire una professione più redditizia. Cerca di restare in un equilibrio che vede quasi come necessario e insostituibile.
Comfort zone
Conseguenza logica dell’avversità al rischio è proprio la cosiddetta “comfort zone”. In soldoni, è quell’insieme di scelte e abitudini routinarie che ci fanno sentire al sicuro. Vedere sempre gli stessi amici, frequentare sempre gli stessi posti e, in definitiva, fare sempre lo stesso lavoro.
Così facendo, tuttavia, non si prendono in considerazione altre opportunità che la vita potrebbe offrirci.
Abbiamo visto, dunque, qual è il motivo per cui chi ha questa cattiva abitudine non diventerà mai ricco.