Le imprese chiedono aiuti. Sono due mesi che il tessuto produttivo allunga la mano e aspetta i soldi tanto annunciati. Il Governo tra mille difficoltà cerca di trovare la quadra e a non scontentare nessuno. Intanto il Ministro fa i conti in tasca al barista. Il siparietto si è consumato davanti ad un caffè tra un esercente di un bar e Roberto Gualtieri titolare del Dicastero economico.
Quest’ultimo ha cercato di fare l’elenco di tutti gli aiuti messi in campo e delle prossime sovvenzioni che arrivano al sostegno del tessuto produttivo. Non è passato inosservato il fitto dialogo tra le parti su un marciapiede di via XX Settembre. Il barista lamentava le difficoltà a poter riaprire con le norme messe in atto, il Ministro ha cercato di convincere il barista quantificando l’entità dei benefici tra il Cura Italia e il prossimo Decreto Rilancio.
La preoccupazione dei piccoli imprenditori
La maggiore preoccupazione dei piccoli imprenditori è di come affrontare la ripartenza dopo due mesi di stop. La vera spada di Damocle è rappresentata dalla normativa da rispettare per riaprire i battenti anche se a mezzo servizio.
Il Ministro fa i conti in tasca al barista
Secondo i calcoli fatti dal Ministro dell’Economia il beneficio totale che arriverà nelle tasche di un barista è di 7800 euro tra aiuti diretti e indiretti. Si tratta di calcoli, comunque approssimativi, ma comprendono bonus autonomi, ristori per affitti e bollette, cancellazione dell’Irap di giugno. Questo elenco di forme di sostegno non ha convinto il titolare del bar. In modo sarcastico il barista ha risposto di aver percepito solo i 600 euro del bonus.
La promessa fatta al Ministro
Il barista, tra il serio e il faceto, ha sentenziato che se sarà effettivamente così, il prossimo caffè lo offrirà al Ministro Roberto Gualtieri. Intanto prima di chiudere il colloquio, il barista ha consegnato lo scontrino del caffè consumato. Il Ministro ha messo mano alla tasca e pagato il caffè.