La guerra in Ucraina potrebbe proseguire ancora per qualche tempo. Infatti le voci di un possibile accordo, seppur solo paventato, sono state prontamente smentite dai diretti interessanti i quali, da entrambe le parti, hanno riconosciuto la possibilità di un’intesa “ancora lontana”. Infatti, allo stato attuale delle cose, parrebbe essere proprio questa la maggiore incertezza rimasta sul tavolo dopo che ieri Jerome Powell ha rassicurato gli operatori sulla tenuta dell’economia USA.
Una dichiarazione che si è accompagnata all’annuncio del primo rialzo sui tassi di interesse visto negli ultimi 4 anni circa. Un rialzo che, come da attese, si è attestato sui 25 punti base. Non solo, ma questo primo passo non sarà l’ultimo. Infatti è probabile che la Banca centrale USA si muoverà nuovamente in ognuno dei suoi prossimi appuntamenti. Questo perchè, stando alle parole di Powell, l’economia a stelle e strisce è sufficientemente forte da poter reggere la road map prefissata.
Dunque il governatore della Federal Reserve corre in soccorso dei listini con un atteggiamento che, però, non ha favorito il segno più. Nonostante quello visto sui mercati asiatici. Stesso discorso anche i futures di Wall Street che poco prima del giro di boa delle 12 (ora italiana) erano tutti in negativo. Su Piazza Affari, ad esempio, si registrava un passivo che sfiorava l’1%. Guardando ad alcuni titoli sulla piazza si scambio statunitense, si sottolineano le mosse di alcuni analisti, tra questi quelli di Bernstein che hanno declassato il titolo Johnson&Johnson a Market Perform dal precedente Outperform. Recentemente Deutsche Bank ha avviato la copertura del titolo eBay Inc. con un rating Buy mentre Cowen ha confermato il rating Outperform su Nvidia Corp.
Il governatore della Federal Reserve corre in soccorso dei listini ma non rafforza il timido ottimismo intravisto ieri
Intanto, come detto, resta sullo sfondo la questione della guerra in Ucraina e i suoi strascichi anche finanziari. In particolare l’attenzione in questo caso è rivolta verso il pagamento da 117 milioni di dollari sulle cedole dei bond della federazione russa. Pagamento che Mosca ha di fatto effettuato e che, secondo le parole del Ministro delle Finanze russo Anton Siluanov, deve essere semplicemente ritirato dai creditori. Ma lo stesso Siluanov ha sottolineato che, qualora Mosca non potesse aver accesso alle sue riserve di valuta straniera, cosa che potrebbe verificarsi dopo il 25 maggio, allora pagherebbe i creditori esteri in rubli. Una scelta che, per alcuni analisti, equivarrebbe ad un default.