In attesa dell’Annual Meeting che si terrà a Roma il 4 dicembre nell’incantevole cornice di Palazzo Ferrajoli, Alfio Bardolla, Amministratore delegato dell’omonima società quotata che, da inizio anno, ha registrato un rialzo del 180% delle quotazioni, ci illustra le sue idee sul futuro dell’economia italiana e sullo stato dei fatti del mercato tricolore. Di seguito l’intervista rilasciata alla nostra Redazione per capire quale sarà il futuro dell’economia italiana secondo Alfio Bardolla.
Dott. Bardolla, partiamo da una panoramica dell’economia italiana e del mercato azionario?
Attualmente la situazione italiana è quella di un Paese dal panorama complesso e variegato. In realtà si tratta di una Nazione che, secondo me, sta andando a due velocità. Da un lato c’è l’Italia degli incentivi, dell’immobiliare etc. che sta andando molto bene visto che offre tante opportunità. Dall’altra una serie di aziende che, invece, stanno soffrendo a causa anche della scarsità di materie prime, dei semilavorati che magari arrivano dai Paesi dell’Est o dalla Cina. Ed è proprio questa situazione che sta creando una certa stagflazione ovvero un aumento dei prezzi non derivante da inflazione ma dalla mancanza di materie.
Quindi, in sintesi, siamo in un’Italia che procede a due velocità anche a livello sociale. Infatti generalmente la ricchezza è aumentata, una dimostrazione è quel PIL previsto al 6,5%. Però, dall’altra parte sono aumentati anche quelli che, invece, stanno incontrando difficoltà. Spesso sono quelli che non si sono riusciti ad adattare, velocemente al cambio di mercato.
Un divario che a questo punto è anche sociale oltre che economico. Ma partendo proprio da questo panorama, secondo lei è opportuno o meno investire in Borsa?
Chiaramente con i tassi estremamente bassi che ci si ritrova in questo frangente, investire in Borsa diventa una grande opportunità. Ci sono titoli italiani largamente sottovalutati per cui, quando il mercato dovesse stabilizzarsi e non essere più influenzato come lo è adesso dal fattore Covid o quanto meno sconti il fatto che il Covid farà parte della nostra realtà per lungo tempo, si vedranno parecchi titoli che cresceranno in modo significativo.
Focalizziamoci, ora, sulla realtà della Alfio Bardolla Training Group SPA. Stiamo parlando di una società che, dall’inizio dell’anno, ha registrato il +180% di rialzo in Borsa. Cosa c’è alla base di questo vero miracolo italiano?
In realtà ci sono due elementi. Il primo è che il mercato che il Covid impattasse violentemente il nostro business. Per quanto fosse nel giusto era sbagliata la valutazione. Infatti l’impatto registrato per il Covid c’è stato, ma si è trattato di un impatto positivo. Questo perché noi siamo la classica azienda Covid free, un’azienda in cui è stato proprio il Covid ad accelerare il nostro processo di digital transformation. Cambiare ed adattarci, per noi è stata una scelta naturale, una scelta che ci ha premiato e ci ha permesso di crescere come entità ma anche nel fatturato. Parallelamente, quindi, la crescita si è vista anche in tutti i restanti parametri di valutazione dell’azienda.
Ultima domanda: qual è, il futuro dell’economia italiana secondo Alfio Bardolla?
Attualmente è difficile riuscire a dirlo. Ci sono tanti fattori che bisogna valutare. L’Italia è un Paese vecchio e come tutti questi Paesi presenta una certa stabilità ma anche una estrema lentezza nella capacità di cambiare. Non solo, ma è lenta anche nella semplice capacità di adottare decisioni come anche di reagire alle batoste dei mercati.
Altre realtà economiche molto più dinamiche come gli USA riescono, ad esempio sul fronte del mercato immobiliare, a perdere il 40% e poi a recuperare lo stesso 40%. Un’elasticità che il mercato italiano non ha. I driver dell’Italia sono diversi: è un mercato più lento e più statico ma è anche un Paese estremamente ricco. In particolare per la ricchezza in mano alle famiglie. La differenza con gli USA è che in questa Nazione, invece, la vera ricchezza risiede nelle aziende mentre le famiglie sono tendenzialmente più povere. Questo aspetto fa ben sperare per l’economia italiana che può sfruttare una ricchezza tramandata e presente nelle famiglie da generazioni.